Sulla "buona scuola" di Renzi

Per la prima volta dal suo insediamento, il Presidente del Consiglio Renzi è stato costretto a mutare i soliti toni arroganti di fronte a chi lo contesta.
Quel che sta avvenendo nel mondo della scuola rappresenta un fatto estremamente importante, non solo per il valore della posta in gioco, che riguarda principi costituzionali fondamentali, quali il diritto all’istruzione e la libertà di insegnamento,  ma anche perché segnala che nel Paese sta maturando qualcosa di nuovo, una capacità di opposizione e di alternativa che rappresenta una speranza per tutti noi.
Al modello neo-autoritario di scuola e di società proposto da Renzi e dal suo partito-governo, è possibile proporne un altro, che nasce dal basso e su basi completamente diverse, lo dimostrano i fatti e le mobilitazioni di queste settimane.
Utilizzando in maniera assai disinvolta il regolamento delle Camere con trucchi alle regole, Il PD sta cercando in tutti i modi di far passare in Parlamento il suo DDL, quello della cosiddetta “Buona Scuola, fondato sulla centralità della figura del Preside-manager, che assumerebbe all’interno del proprio Istituto, i poteri  ed  il ruolo tipico del dirigente di una azienda. Aziendalistici sono pure  i criteri di gestione ai quali si ispira tutto il DDL, criteri che distruggerebbero completamente  il clima di collaborazione tra docenti ed i fondamenti di collegialità e di libertà, indispensabili per un processo di insegnamento e di apprendimento di qualità ed efficace a formare cittadini.
In contrapposizione a questa idea di scuola, però, gli insegnanti ed il personale ATA, sostenuti da un buon numero di studenti,  si sono mobilitati in tutto il Paese. Una mobilitazione vasta ed unitaria come non se ne vedevano da molti anni. Una mobilitazione per difendere i diritti e la  dignità di chi lavora nella scuola e che ha un valore generale. Fermare il DDL della buona scuola è possibile, come dimostra il diverso atteggiamento di Renzi, che non urla più che i sindacati non rappresentano nessuno ma che ora tenta di dividere il fronte sindacale e la categoria.
La mobilitazione deve continuare in maniera forte ed unitaria fino al ritiro del DDL, senza cedimenti né compromessi; essa, infatti, non è  solo una questione di natura sindacale ma l’unico mezzo con cui fare passare chiaramente il messaggio sulle finalità e sugli  obiettivi che il DL prospett, allargando l’alleanza agli altri lavoratori, ai genitori, agli studenti.
E’ infatti con gli scioperi e le altre iniziative che si puo’ tenere aperta una prospettiva per una idea alternativa di scuola e di società che è possibile, e può nascere dal basso, dalla pratica quotidiana di chi ha a cuore il proprio lavoro e lotta per difenderne la qualità ed il senso. Una alternativa come quella  contenuta nei principi della Legge di iniziativa popolare (LIP) sul cui testo furono raccolte  tantissime firme anche nel nostro territorio, nel 2006, e che questo Governo, come quelli che l’hanno preceduto finge di ignorare .
Certamente anche la scadenza elettorale può rappresentare una occasione per mandare un segnale forte, perciò  alle elezioni regionali in Veneto è importante scegliere una lista chiaramente alternativa a chi ci governa, sia in Regione che nel Paese, sia alla Lega che al PD, entrambi , su questo aspetto come su tanti altri,  con  una sostanziale identità di posizione, mascherata (e malamente) solo in campagna elettorale.
Un voto per “l’Altro Veneto-Ora possiamo” e per Laura di Lucia Colletti, candidata alla Presidenza della Regione, una insegnante impegnata ogni giorno e da sempre nella difesa della qualità della scuola pubblica.
Con il voto e con la mobilitazione dalla scuola può venire un segnale di cambiamento per tutto il Paese.

Roberto Fogagnoli  segretario PRC Vicenza - Claudia Rancati responsabile scuola PRC Vicenza

Manifesto del Partito Comunista

Post popolari in questo blog

Congresso del circolo Gramsci

Il congresso del circolo Gramsci.

Karl Marx ci metterebbe la firma

Karl Marx ci metterebbe la firma