Adesione allo sciopero della scuola del 13 novembre

Adesione allo sciopero della scuola del 13 novembre A due mesi dall’inizio della scuola, l’applicazione della legge 107, la cosiddetta “buona scuola” del governo Renzi fa registrare tutte le contraddizioni che il movimento aveva denunciato fin dall’inizio. Al di là degli annunci, le modalità con le quali si è proceduto alle nuove assunzioni rappresentano un ulteriore pasticcio che non sana lo storico male del precariato per il quale il nostro Paese è stato condannato dalla Corte di giustizia europea e che crea una fascia di insegnanti di serie B, utilizzati come tappabuchi e senza titolarità, non in grado di rispondere agli effettivi bisogni delle scuole, mentre molti altri che ne avrebbero diritto restano comunque fuori dal piano delle assunzioni. Ma è soprattutto sugli studenti e sull’effettiva qualità della scuola che questa politica scolastica rischia di avere le sue ricadute più negative, visto l’assunto sulla quale si basa e cioè che l’istruzione non possa più fondarsi sui finanziamenti pubblici e debba obbligatoriamente ricorrere ai contributi delle famiglie e dei privati. Tutto ciò contraddice il dettato costituzionale e nega di fatto il diritto allo studio per un numero sempre maggiore di studenti andando ad inasprire una situazione già in atto, come purtroppo mostrano i dati sulla dispersione scolastica. L’introduzione obbligatoria nei licei e l’incremento nei tecnici, delle ore di alternanza scuola lavoro produrrà una rincorsa poco dignitosa da parte delle scuole per recuperare un qualche posto di stage in aziende ed enti, in una contrattazione non paritaria, dove è la scuola il soggetto più debole. In questo quadro a farne le spese saranno in primis gli studenti, costretti ad un lavoro non retribuito e non qualificato, costretti ad una esperienza che rischia di avere assai poco di educativo, a meno che non si consideri l’educazione all’obbedienza insensata un fattore di crescita ed una pedagogia moderna. C’è bisogno, invece, di far rispettare i diritti di tutti, degli studenti, dei genitori, del personale della scuola, il cui contratto nazionale di lavoro scaduto da sette anni, e lottare per l’interesse comune che è quello del diritto all’istruzione obbligatoria e gratuita. Perciò è necessario continuare la mobilitazione nelle scuole e lo sciopero del 13, indetto da numerosi sindacati di base, rappresenta una occasione importante in questo senso. Rifondazione Comunista sostiene lo sciopero così come tutte le altre iniziative di lotta programmate per le prossime settimane e che vanno nella direzione dell’opposizione a questa buona scuola. E’ necessario operare per riprendere e rafforzare lo spirito unitario che ha segnato positivamente la mobilitazione durante l’iter parlamentare della legge, con la sua punta massima con lo sciopero del 5 maggio, ci rammarichiamo che ciò, per il momento, non sia avvenuto e continueremo ad operare con ancor maggiore determinazione perché l'unità si realizzi, tenendo in considerazione le proposte contenute nella “Legge di iniziativa popolare per una buona scuola della Repubblica” che costituisce a parer nostro, nel metodo e nei contenuti, una alternativa credibile al disegno governativo. Claudia Rancati Dipartimento scuola Partito della Rifondazione Comunista Vicenza

Manifesto del Partito Comunista

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