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Visualizzazione dei post da febbraio, 2009

Sardegna, Berlusconi vince, sinistra anticapitalista oltre il 4%

martedì 17 febbraio 2009 Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc. La sconfitta elettorale in Sardegna dimostra che l'ondata berlusconiana non solo non si arresta ma che è lungi dall'infrangersi e che se mancano risposte di uscita da sinistra dalla crisi economica i risultati, come dimostrano i dati del Pd, non possono che essere disastrosi.Il risultato ottenuto dalla lista di Rifondazione comunista è buono ma soprattutto è da sottolineare come l'esito delle elezioni sarde dimostri che la sinistra che vuole fare la sinistra e che vuole dire la sua, dall'Italia all'Europa, e unire tutta la sinista in una prospettiva comunista, anti-liberista e anticapitalista è abbondantemente sopra la soglia di sbarramento del 4% visto che tali sono i risultati delle forze che si richiamano a questa prospettiva. Del tutto incosistenti, invece, risultano tutte le ipotesi che volevano fare da ponte verso il Pd, prive di progetto, identità e forza.

Vicenza non si piega alle logiche di guerra ed alla militarizzazione del territorio e delle coscienze.

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Una decisione imposta con la forza contro la volontà popolare come quella della nuova base militare USA al “Dal Molin”, non potrà a lungo essere governata da alcuna autorità. Oggi a Vicenza, ci sono stati fermi di polizia ed intimidazioni pesanti nei confronti del movimento che da quasi tre anni continua ad esprimere il proprio dissenso alla militarizzazione del territorio, sono state calpestate le più elementari regole democratiche, con divieti di manifestare e di avvicinarsi ad alcune zone della città, perché limitrofe alla base, una vera e propria sospensione del diritto, che ha fatto tornare in mente, seppur in misura minore, la Genova del 2001. A questo hanno assistito gli studenti delle scuole superiori che manifestavano stamattina ed ai quali è stato impedito dalle forze dell’ordine di avvicinarsi a Viale Dal Verme, per evitare un collegamento con la zona del “Dal Molin”, (che dista solo 5 km dal centro cittadino), così come i manifestanti che si sono recati prima nella zona “pr

Se il premier e il papa decidono della nostra vita

La già tragica vicenda che sta attraversando Eluana Englaro è stata enfatizzata dalla stampa italiana. La decisione che pone la scelta tra morte e sofferenza è diventata un caso nazionale da sbattere nelle prime pagine dei giornali. La famiglia e i cari di Eluana preferirebbero vivere nella massima riservatezza questi momenti di angoscia; il governo e il Vaticano perseverano e insistono, non rendendosi conto del danno che stanno arrecando ai genitori della ragazza. La libertà di scelta, oggi, viene negata. Silvio Berlusconi e il Cardinale Bagnasco hanno più diritti del padre nel decidere la sorte di una povera ragazza, che da molti anni è costretta a vegetare sul letto? La sorte di Eluana verrà decisa a colpi di maggioranza: è l'ingerenza dell' istituzione politica nella vita privata dei cittadini. Se una figura istituzionale, come il Presidente del Consiglio, interviene sulle decisioni più intime del singolo cittadino, utilizzando un decreto legge ( che dovrebbe essere usato

Sosteniamo lo sciopero del 13 febbraio.

CON L’ACCORDO SEPARATO VOGLIONO FAR PAGARE LA CRISI AI LAVORATORI ! La riforma della contrattazione, rappresenta un altro gravissimo attacco ai salari, ai diritti, agli interessi di TUTTI i lavoratori. L’accordo è grave perché: 1. svuota di valore il contratto collettivo nazionale prevede l’aumento a 3 anni della durata del contratto e lega gli aumenti salariali ad un indice di inflazione molto lontano da quello reale (vengono esclusi gli aumenti dell’energia importata); 2. gli aumenti salariali dovrebbero avvenire a livello aziendale, ma la contrattazione di secondo livello riguarda meno del 20% delle imprese del Paese. Gli aumenti saranno legati alla produttività delle imprese, cioè all’aumento dello sfruttamento e della fatica dei lavoratori; 3. prevede che il contratto nazionale possa essere derogato in situazioni di crisi e “per favorire lo sviluppo economico”, cioè sempre e solo in peggio per i lavoratori; 4. colpisce ulteriormente il diritto di sciopero con nuove “modalità per

Manifesto del Partito Comunista

Karl Marx ci metterebbe la firma

Karl Marx ci metterebbe la firma