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Visualizzazione dei post da gennaio, 2014
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      Il 27 gennaio è la giornata della memoria dedicata alle vittime del nazismo, la data corrisponde al giorno del 1945 nel quale i soldati dell'Armata rossa liberarono i cancelli di Auschwitz, il campo di sterminio di massa dove morirono centinaia di migliaia di ebrei, comunisti, antifascisti, zingari, omosessuali e di altre categorie, considerate  "non pure" dai nazifascisti. Ricordiamo questa data, senza retorica, ma sempre con gli occhi aperti a leggere nella realtà di oggi, i residui, purtroppo ancora presenti,  di quella ideologia che portò così tanta sofferenza. Non restiamo indifferenti di fronte a quei residui della storia, non lasciamo che il degrado attuale della scuola, della cultura e della politica, condanni i giovani di oggi alla perdita della memoria.
VENERDI' 24 gennaio alle 17.30  in sede  (Via Alberto Mario 12 a Vicenza) ASSEMBLEA DEGLI ISCRITTI  del Circolo Gramsci.

Solidarietà alla lotta dei dipendenti comunali

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Esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori del Comune di Vicenza, ingiustamente colpiti dal MEF e dalla Giunta Variati tramite provvedimenti che comporterebbero la restituzione di quote del salario e che stanno mettendo a rischio diritti acquisiti. La vicenda è molto grave e si inquadra nella volontà di questo governo (e del precedente) di attuare le politiche imposte dall’ Europa delle banche e dei grandi capitali: tagli lineari dei servizi pubblici e degli stipendi dei lavoratori dipendenti. Queste politiche usano strumentalmente la crisi economica per abbattere lo stato sociale e colpire i lavoratori ed i ceti più deboli della società. Questi vergognosi tentativi di pretendere la restituzione di quote di salario dai lavoratori, oggi quelli del Comune di Vicenza, una settimana fa quelli della scuola, rappresentano anche un esperimento sociale per misurare la capacità di resistenza e di reazione delle comunità locali e dei lavoratori. In questo senso lascia costernati l

Manifesto del Partito Comunista

Karl Marx ci metterebbe la firma

Karl Marx ci metterebbe la firma