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Visualizzazione dei post da ottobre, 2008

Scuola, tre giorni di fuoco per fermare la riforma

È partito il countdown per il decreto Gelmini. Martedì prossimo verranno messi ai voti i 250 emendamenti presentati dall'opposizione, ma è molto probabile che il fronte compatto della maggioranza non ne faccia passare neanche uno. E che stavolta non abbia bisogno di ricorrere alla fiducia quando, mercoledì 29 alle 10 del mattino, l'aula di Palazo Madama esprimerà l'ultimo voto. Giusto il giorno prima dello sciopero generale indetto da Flc-Cgil, Cisl e Uil, e a due giorni dalla data di scadenza del decreto legge che istituisce il maestro unico. E se la maggioranza parlamentare, sorda ad ogni richiesta, si avvia spedita a convertire in legge uno dei provvedimenti più impopolari degli ultimi decenni, anche dal mondo dell'istruzione non giunge il benché minimo segno di resa. Oggi a Roma i docenti e gli studenti del dipartimento di Fisica occupato della Sapienza hanno invitato insegnanti e genitori delle elementari per approfondire insieme gli effetti della «riforma Gelmini»

Iniziativa sulla Scuola: ora parliamo NOI!

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Un silenzio inquietante

Il silenzio sulla camorra espresso ieri dal Papa in visita a Pompei è ingiustificabile. La più alta carica della Chiesa Cattolica, che è una guida spirituale ( e politica ), non ha citato alcun sostegno alla lotta contro il "Sistema", preferendo affrontare temi autoreferenziali come l’anticlericalismo. La criminalità organizzata campana, che negli ultimi tempi occupa le prime pagine dei giornali di tutto il mondo (dopo la mattanza di Castelvolturno, l’inutile invio dei parà da parte del governo e le minacce di morte ricevute dallo scrittore Roberto Saviano) : deve essere condannata, soprattutto nei quartieri generali del crimine. E' un problema sottovalutato per troppo tempo dai media; mitizzato dal cinema; abusato da una certa parte politica, spesso molto vicina alle posizioni della Chiesa stessa. La giustificazione della Sala Stampa Vaticana, non si è fatta attendere: "La parola camorra e' stata esclusa di proposito dai discorsi del Papa a Pompei perché ne ha p

Il diktat di Sacconi: vietare gli scioperi

Tra gli innumerevoli attacchi del governo, non poteva certo mancare quello al diritto di sciopero: ieri il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha spiegato che si provvederà presto, con un apposito disegno di legge delega che «regolerà» le astensioni dal lavoro nei servizi pubblici. Chi sciopererà verrà schedato dall'amministrazione di cui è dipendente, sanzionato dalla prefettura, indotto a sostituire la piazza con un semplice fazzoletto al braccio . In pratica, sarà vietato scioperare . E non basta: viene soppresso un diritto garantito dalla Costituzione, quello di poter protestare individualmente. Per proclamare uno sciopero, bisognerà passare attraverso un referendum a maggioranza. «E' un golpe bianco - commenta Carlo Podda, Fp Cgil - E' la violazione palese di un diritto costituzionale, e segnalo che queste misure vengono minacciate quando i lavoratori della scuola e del pubblico impiego si preparano a scendere in piazza». La riforma, ha spiegato Sacconi, intende «p

11 ottobre, un grande successo!

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E’ stato un grande successo e un importante segno di ripresa, per i comunisti e le forze di sinistra. E non era per niente scontato, dopo il terremoto, le sconfitte, le delusioni dei mesi scorsi e le innumerevoli difficoltà ancora in campo. Erano presenti circa mezzo milione di persone, in un corteo contrassegnato da una miriade di bandiere rosse. Massicci l’impegno e la presenza politica organizzata del PRC e del PdCI, che hanno lavorato congiuntamente e che in diversi centri hanno organizzato una partecipazione comune. Importante la presenza delle diverse componenti della sinistra sindacale, a partire dalla FIOM. Tantissimi i giovani, gli studenti e significative le rappresentanze di associazioni, movimenti, gruppi vari della sinistra. La riuscita della manifestazione incoraggia a continuare sulla via della ricostruzione di un’opposizione sociale e politica al Governo e alla Confindustria, dell’unità d’azione di tutte le forze di sinistra (non subalterna al centrismo del PD) e di una

Il valore della lotta di Vicenza contro la nuova base militare USA al Dal Molin

Il giorno 5 ottobre 2008 sarà ricordato come una giornata importante per la lotta politica condotta da più di due anni a Vicenza contro la costruzione della nuova base militare USA. Dopo la sentenza antidemocratica e chiaramente politica da parte del Consiglio di Stato, i cittadini hanno rivendicato la sovranità popolare questa volta siglata dalla certezza della carta stampata, all' ombra di notai e garanti. Il risultato della consultazione autogestita è inequivocabile : 95,66 % di Sì, una vittoria straripante a favore di chi vuole un modello democratico di città di chi questa base non l'ha voluta fin dall'inizio. Più di ventiquattro mila voti, pari al ventotto per cento dell'elettorato. Un risultato straordinario, dato il livello di disinformazione causato dalla chiara ostilità da parte della stragrande maggioranza dei mass media, le sentenza intimidatoria ed i tentativi di boicottaggio, compresa la campagna per l'astensione ad opera delle forze politiche locali d

Le accuse di un veterano americano: nel 1991 sganciammo una bomba atomica in Iraq

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di Alessio Marri - Megachip - 9 ottobre 2008 Il documentario in onda su Rainews24 alle ore 20 di Giovedì 9 ottobre e su RaiTre alle ore 5:30 di Venerdì 10 ottobre. Mancherebbe la “pistola fumante”, ma le prove sembrano supportare le sue gravissime accuse. Jim Brown, veterano della prima Guerra del Golfo, non ha dubbi: negli ultimi giorni del febbraio 1991, l'aviazione americana, proprio al termine del conflitto che non sovvertì forse volutamente il regime del Raìs Saddam Hussein, sganciò tra Bassora e i confini dell'Iran una bomba atomica della potenza di cinque kilotoni. A raccogliere le sconvolgenti dichiarazioni Maurizio Torrealta, giornalista responsabile del settore inchieste per Rainews24 e autore di straordinari documentari tra i quali “Falluja, la strage nascosta” dove si denunciò per primi l'impiego da parte dell'esercito statunitense di armi chimiche ai danni della popolazione irachena. “Non possiamo da soli verificare definitivamente l'au

Il fallimento di Lehman Brothers

Come si salveranno? Colpendo il lavoro di Emiliano Brancaccio Avevano nei giorni scorsi giustificato il tracollo di Fannie e Freddie con la classica litania dei carrozzoni a partecipazione pubblica, protetti dal governo federale americano e inquinati dalle solite clientele politiche. Poi però la crisi si è nuovamente spostata al centro del capitalismo privato americano, e gli ultras del liberismo sono rimasti per l’ennesima volta a corto di argomenti. Lehman Brothers, una delle quattro banche d’affari più grandi del listino di Wall Street, ieri ha dichiarato fallimento. Cade dunque un altro importantissimo mattone dell’immenso domino finanziario globale, e c’è da ritenere che diversi altri nei prossimi mesi subiranno una fine analoga. Lehman rappresenta una delle massime interpreti del famigerato “subprime capitalism”, vale a dire il sistema che nel corso degli ultimi anni ha stravolto e reinventato il circuito monetario dei crediti, dando luogo a quella che potremmo considerare una so

Manifesto del Partito Comunista

Karl Marx ci metterebbe la firma

Karl Marx ci metterebbe la firma