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Visualizzazione dei post da aprile, 2012
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Il 1° Maggio è la giornata di lotta internazionale di tutti i lavoratori dal 1889,  quando nasce per decisione della Seconda Internazionale e con la parola d’ordine della riduzione della giornata lavorativa a otto ore. Oggi, con la crisi del sistema capitalistico, molti lavoratori sono disoccupati e molti altri costretti a lavorare per più di otto ore al giorno. La disoccupazione è a livelli record in tutta Europa, più di due milioni e trecentomila sono le persone in cerca di occupazione in Italia. Sono anche molti i giovani che non studiano né lavorano. L’arroganza padronale assume forme nuove oggi rispetto al 1889, ma nella continuità della sostanza:  sfruttare i lavoratori, ridurre i diritti minacciando il licenziamento, fare della precarietà la norma di vita per tutti. Cosa altro significa manomettere l’art.18 dello Statuto dei diritti dei lavoratori? Come si può sostenere che alzando l’età pensionabile si favoriscono i giovani? Cosa aspetta la Cgil a dichiarare l

Nel 67° anniversario della Liberazione

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Pochi giorni prima di questo 25 Aprile  è stata resa pubblica la notizia che la nuova base Usa di Vicenza verrà intitolata al  partigiano Renato Dal Din della brigata "Osoppo". Un fatto grave che ha destato  l’ indignazione dei tanti vicentini che si sono opposti in questi anni alla costruzione della base. Un atto che rappresenta anche una offesa nei confronti dei tanti uomini e donne che hanno combattuto contro il Nazifascismo anche sacrificando la vita. Siamo di fronte  ad un uso politico della storia  per riscriverne il significato e confondere i termini della questione, tutto ciò per conciliare ciò che non è conciliabile. Dalla Resistenza è nata la Costituzione che ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli. La base militare statunitense al Dal Molin è sorta contro la volontà popolare ed  in contrasto con la Costituzione. I partigiani lottarono per liberare il Paese dalla dittatura e dalla guerra. I partigiani comunisti

Sulla riforma del mercato del lavoro

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Mentre in Parlamento è iniziata la discussione del disegno di legge del governo sulla riforma del mercato del lavoro, continua nel Paese ed anche a Vicenza la mobilitazione dei lavoratori contro la manomissione dell’art.18. Dopo lo sciopero di mercoledì scorso con il blocco della tangenziale nella zona industriale della città, ieri sono stati i metalmeccanici delle fabbriche dell'area ovest della provincia a scioperare e a manifestare lungo la strada regionale 11, ad Alte Ceccato, all'altezza della "rotatoria del cavallo". Lavoratori, già pesantemente colpiti dalla riforma delle pensioni, che scioperano e manifestano per far sentire le loro ragioni ai passanti, ai giornalisti presenti, all’opinione pubblica, ritenendo che le loro ragioni non siano solo le loro, ma tocchino questioni di interesse generale. E’ importante che cresca il consenso verso questa mobilitazione e che venga espressa una posizione chiara su quel che sta avvenendo. Dato che lo st

La manifestazione di sabato 31 a Milano.

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La manifestazione di sabato 31 Marzo a Milano indetta dal Comitato No debito è andata molto bene. 30.000 persone in piazza che manifestavano per la prima volta chiaramente e senza ambiguità contro il Governo Monti, voluto da Napolitano, ed il dominio delle banche. Una folla determinata, che in una manifestazione svolta in modo intelligente, è riuscita a mettere in discussio ne il totem del debito, moderno idolo di oggi, condizione esistenziale imposta dalla politica ed in base alla quale tutto deve essere sacrificato ( diritti, tutele, prospettive person ali e collettive). Noi siamo partiti con i pullman insieme all’USB, che era molto presente in tutto il corteo partito da Piaz za Medaglie d’oro e giunto in Piazza Affari, sede della Borsa. Oltre al Comitato No debito che apriva il corteo, c’erano i No Tav con una folta rappresentanza e poi, altri sindacati di base come la Cub, i ferrovieri di “Ancora in marcia”, lavoratori autoconvocati, gruppi di precari, anche molti immigrat

Manifesto del Partito Comunista

Karl Marx ci metterebbe la firma

Karl Marx ci metterebbe la firma