La manifestazione di sabato 31 a Milano.



La manifestazione di sabato 31 Marzo a Milano indetta dal Comitato No debito è andata molto bene.

30.000 persone in piazza che manifestavano per la prima volta chiaramente e senza ambiguità contro il Governo Monti, voluto da Napolitano, ed il dominio delle banche. Una folla determinata, che in una manifestazione svolta in modo intelligente, è riuscita a mettere in discussione il totem del debito, moderno idolo di oggi, condizione esistenziale imposta dalla politica ed in base alla quale tutto deve essere sacrificato (diritti, tutele, prospettive personali e collettive).

Noi siamo partiti con i pullman insieme all’USB, che era molto presente in tutto il corteo partito da Piazza Medaglie d’oro e giunto in Piazza Affari, sede della Borsa.

Oltre al Comitato No debito che apriva il corteo, c’erano i No Tav con una folta rappresentanza e poi, altri sindacati di base come la Cub, i ferrovieri di “Ancora in marcia”, lavoratori autoconvocati, gruppi di precari, anche molti immigrati, e poi la galassia di partiti e vari soggetti comunisti (i trotzkisti PCL, PdaC, Sinistra Critica, ed anche molte altre sigle).

Totalmente assente Sinistra e Libertà, un fatto che si commenta da solo.

Il partito era presente con un suo spezzone, al termine del corteo ha anche parlato Ferrero, oltre a Cremaschi, Perino dei No Tav ed altri. Ma l’impressione generale tra i compagni presenti è che si doveva fare ancora di più.

La manifestazione di sabato, infatti, è stata importante perchè ha riaperto uno spazio ed una prospettiva, e l'essere arrivati tutti insieme davanti alla Borsa dimostra la voglia di molti di riappropriarsi della democrazia che questo governo dei professori ci vuole togliere.

E’ servita a dimostrare nei fatti che vi è una opposizione politica e sociale nel Paese, composta da esperienze e sensibilità che sono diverse, ma che sono state in grado di unirsi in quella occasione importante, cogliendone tutti il significato.

Non era scontato che la manifestazione fosse così partecipata, perché l’azione devastante che sta compiendo il governo Monti, ha l’avallo di entrambi i poli (di centrodestra e di centrosinistra), l’appoggio dei media, e gli stessi vertici della Cgil stanno dimostrando molta timidezza persino nella difesa dell’art.18. Ma la giornata di sabato dimostra che nonostante la forte azione tesa a frammentare i lavoratori ed a normalizzare le lotte, le potenzialità ci sono ancora perché possa crescere alla base della società una opposizione plurale ed efficace.

Ora, più che mai, è necessario unirsi nella lotta a partire dai luoghi di lavoro, dalle scuole, dai territori.

Manifesto del Partito Comunista

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