Se il premier e il papa decidono della nostra vita

La già tragica vicenda che sta attraversando Eluana Englaro è stata enfatizzata dalla stampa italiana. La decisione che pone la scelta tra morte e sofferenza è diventata un caso nazionale da sbattere nelle prime pagine dei giornali. La famiglia e i cari di Eluana preferirebbero vivere nella massima riservatezza questi momenti di angoscia; il governo e il Vaticano perseverano e insistono, non rendendosi conto del danno che stanno arrecando ai genitori della ragazza. La libertà di scelta, oggi, viene negata. Silvio Berlusconi e il Cardinale Bagnasco hanno più diritti del padre nel decidere la sorte di una povera ragazza, che da molti anni è costretta a vegetare sul letto? La sorte di Eluana verrà decisa a colpi di maggioranza: è l'ingerenza dell' istituzione politica nella vita privata dei cittadini. Se una figura istituzionale, come il Presidente del Consiglio, interviene sulle decisioni più intime del singolo cittadino, utilizzando un decreto legge ( che dovrebbe essere usato nelle situazioni di emergenza) e, soprattutto, rovesciando una sentenza emessa dalla magistratura: possiamo parlare di liberticidio?
La povera Eluana è inconsapevole del putiferio che la circonda. La famiglia, che non sta vivendo un momento felice, è continuamente sottoposta alle pressioni della stampa, all'inadeguatezza della politica e alle intromissioni della Chiesa.

In un paese civile, non è possibile che il Governo e il Vaticano dimostrino la propria forza, giocando con la vita di una persona e con la sensibiltà della gente comune.

La brama di dominazione, evidentemente, non conosce limiti e non guarda in faccia a nessuno.

Neppure in punto di morte.

Manifesto del Partito Comunista

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