Sosteniamo lo sciopero del 13 febbraio.


CON L’ACCORDO SEPARATO VOGLIONO FAR PAGARE LA CRISI AI LAVORATORI !

La riforma della contrattazione, rappresenta un altro gravissimo attacco ai salari, ai diritti, agli interessi di TUTTI i lavoratori.

L’accordo è grave perché:

1. svuota di valore il contratto collettivo nazionale
prevede l’aumento a 3 anni della durata del contratto e lega gli aumenti salariali ad un indice di inflazione molto lontano da quello reale (vengono esclusi gli aumenti dell’energia importata);
2. gli aumenti salariali dovrebbero avvenire a livello aziendale, ma la contrattazione di secondo livello riguarda meno del 20% delle imprese del Paese. Gli aumenti saranno legati alla produttività delle imprese, cioè all’aumento dello sfruttamento e della fatica dei lavoratori;
3. prevede che il contratto nazionale possa essere derogato in situazioni di crisi e “per favorire lo sviluppo economico”, cioè sempre e solo in peggio per i lavoratori;
4. colpisce ulteriormente il diritto di sciopero con nuove “modalità per garantire la tregua sindacale” durante la contrattazione;
5. introduce nuove “forme di bilateralità per il funzionamento dei servizi integrativi di welfare” cioè da un lato si taglia la sanità e la scuola pubbliche e gli enti locali e dall’altro si punta alla privatizzazione dei servizi affidandoli alla gestione congiunta di imprese e sindacati consociativi, secondo un modello sociale neocorporativo.

L’ACCORDO SEPARATO è stato firmato il 22 gennaio dal governo Berlusconi, da Confindustria, dai sindacati CISL, UIL ed Ugl. Bene ha fatto la CGIL a non firmare e a non cedere alle pressioni che sono venute da più parti, comprese quelle del segretario del PD, che ha anche proposto il taglio delle pensioni e dell’articolo 18.
L’accordo vuole cancellare il sindacato come strumento di lotta e di difesa dei lavoratori per trasformarlo in un sindacato complice delle imprese. Non serve a rispondere alla grave crisi economica che sta investendo anche il nostro territorio, ma serve a ridurre i salari, a comprimere i diritti ed a dividere i lavoratori, per mantenere i privilegi di pochi.
Il capitalismo è in crisi a livello mondiale ed usa le ricette di sempre,basate sulla precarietà e la guerra. Si continua ad investire in grandi opere inutili e dannose, come il ponte sullo stretto di Messina, l’alta velocità e le basi militari, come il Dal Molin a Vicenza.
Solo l’unità dei lavoratori e dei lavoratori con gli studenti ed i movimenti di lotta che nascono nei territori a difesa dell’ambiente, della qualità della vita e contro la guerra,
solo con la nostra capacità di riprenderci la parola, continuando sulla strada dello straordinario sciopero del 12 dicembre possiamo difendere i nostri salari, la democrazia ed una prospettiva di futuro per determinare una uscita reale e duratura dalla crisi.

Chiediamo che siano i lavoratori a decidere: referendum sull’accordo
Sosteniamo lo sciopero del 13 febbraio indetto da Fiom e Fp-CGIL.

Circolo "Gramsci" - PRC - Vicenza

Manifesto del Partito Comunista

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