Sabato 4 aprile tutti/e a Roma


Nel corso degli ultimi anni il costo della vita è progressivamente aumentato. I salari no.
A causa di una scellerata politica economica, i lavoratori sono diventati sempre più poveri e costretti a lavorare oltre le normali otto ore di lavoro.
Oggi molti dipendenti (privati e pubblici) faticano a mantenere la propria famiglia, non riuscendo ad arrivare economicamente alla fine del mese.
Aumentano i licenziamenti e la cassintegrazione per colpa della “crisi”, ma cosa e chi ha causato questa crisi?
La politica dei bassi salari e dei sacrifici (dall’abolizione della scala mobile in poi), che è servita ad indebolire i lavoratori, è una delle cause della crisi, insieme alle politiche di taglio e privatizzazione dei servizi sociali ed all’aumento della speculazione finanziaria a scapito della economia reale (la produzione di beni e servizi).
Oggi quasi la metà della ricchezza nazionale è detenuta dal 10% della popolazione mentre i lavoratori impoveriti non sono in grado di comprare le merci che producono.
In questo contesto di povertà, la Confindustria e le banche ottengono finanziamenti dal Governo. Ai lavoratori, che ne hanno più bisogno, verranno distribuite le briciole, mentre si tagliano i fondi per i servizi pubblici ( per la sanità, la scuola, le pensioni e gli enti locali ).
Il governo protegge gli interessi dei padroni alla faccia della sicurezza dei lavoratori, come dimostra lo stravolgimento della disciplina del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro, approvato in Consiglio dei ministri.
Mentre le stragi sul lavoro sono in continuo aumento, viene adottato un provvedimento inaccettabile in cui vengono attenuate le sanzioni nei confronti delle imprese e si riducono i controlli e la prevenzione.
Per un atteggiamento e una filosofia simili non c'è che una parola: vergogna!
Questa situazione è inaccettabile!
Per ridare una prospettiva al Paese è necessario per i lavoratori , riprendere la parola con l’unità nella lotta.
Per uscire dalla crisi occorre :
- Recuperare l’evasione fiscale;
- distribuire il reddito dai profitti e dalle rendite verso salari e pensioni;
- bloccare i licenziamenti ed estendere gli ammortizzatori sociali per le centinaia di migliaia di lavoratori più deboli (come gli apprendisti e gli interinali);
- sospendere la legge Bossi-Fini, perché oggi un lavoratore immigrato che perde il posto diventa automaticamente un clandestino.
Rifondazione Comunista è a fianco della CGIL e del sindacalismo di base.
Rifondazione Comunista, dalla parte dei lavoratori.

Circolo “ Antonio Gramsci”
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA di Vicenza

Manifesto del Partito Comunista

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