SCUOLA Studenti in corteo a Vicenza

In 2500 contro
la riforma Gelmini

Sta per nascere anche un collettivo

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Hanno concluso il loro corteo con un bel bagno rinfrescante nella fontana di Piazza S. Lorenzo. Gli studenti vicentini sono scesi in piazza ieri, in una calda mattina di fine settembre, per dire no alla scuola della Gelmini, no alla scure dei tagli, no alle novità che quest’anno entreranno a regime. Erano 2.500 secondo la Rete degli studenti che ha promosso la mobilitazione, circa un migliaio secondo le forze dell’ordine, coloro che sono partiti dalla stazione ferroviaria e hanno percorso il centro storico (Corso Palladio, Piazza Matteotti, Contrà S, Biagio davanti all’Aim) e hanno portato il loro malcontento fino a Piazza S. Lorenzo, dove la protesta si è “stemperata” in un gioco a lanciarsi sotto gli zampilli d’acqua della fontana. Non solo studenti della città, ma anche delegazioni di Valdagno e Recoaro hanno partecipato alla manifestazione, la prima dell’anno scolastico per gli alunni vicentini. «Rivogliamo il nostro futuro» recitava uno degli slogan in testa al corteo. Avverte il coordinatore della Rete degli studenti medi di Vicenza Filippo Sartori, le mobilitazioni non finiranno qui. Poi il leader spiega come stia per nascere un collettivo studentesco con l’obiettivo di mettere insieme tutte le giovani forze attorno ai problemi della scuola. «Abbiamo avuto il primo incontro lo scorso mercoledì. Attorno a questo organismo, oltre a noi, dovrebbero lavorare i Giovani Comunisti e il Coordinamento studentesco. C’è bisogno di un’azione forte nei confronti dei nostri coetanei, che spesso non sono adeguatamente informati sulla riforma. L’informazione non dà spazio sufficiente alla scuola, noi vogliamo riempire questo vuoto». Se a livello generale «il problema più grande è lo spostamento verso una scuola che da pubblica sta diventando privata, processo iniziato prima con la Moratti e poi portato a conclusione dalla Gelmini, a livello vicentino i guai si registrano soprattutto all’edilizia scolastica. Qualche nome? Boscardin, Lioy, Pigafetta».

da "il gazzettino" del 26 settembre

Manifesto del Partito Comunista

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