VIA DALLA GUERRA SUBITO

La presenza del contingente militare italiano in Afghanistan è frutto e figlia di una scelta politica e strategica, oltre che militare, assurda e sbagliata.
Le truppe italiane vanno ritirate subito.
La giustificazione della loro presenza con la necessità di garantire lo svolgimento di elezioni libere e democratiche, in Afghanistan, si è dimostrata insostenibile, come hanno rivelato prima i colossali brogli subiti dalle opposizioni al governo Karzai, (denunciati da tutti gli osservatori internazionali, da quelli dell'Onu a quelli dell'Unione Europea) e poi la vicenda del ballottaggio annullato. Le elezioni in Afghanistan si sono rivelate una vera farsa.
La verità è che la guerra non produce mai la democrazia.
Il governo Karzai è un governo fantoccio, succube della politica statunitense, e odiato dai suoi stessi cittadini.
L'amministrazione Obama, se volesse davvero dare il segno del cambiamento dall'era Bush, anche in politica estera, dovrebbe ascoltare l’opinione pubblica del suo Paese contraria alla presenza dei militari e favorevole al loro rientro.
La presenza delle truppe Nato ed Usa in Afghanistan serve solo a difendere gli interessi politici ed economici dei grandi della terra, dei capitalismi consolidati e di quelli emergenti, a tutto svantaggio della popolazione afgana e dell’ambiente devastati dai bombardamenti e dai nuovi micidiali armamenti dell’esercito più potente del mondo.
L'Italia non può continuare ad assecondare questo progetto. Chiediamo il ritiro immediato delle truppe italiane dall'Afghanistan e l'avvio dei lavori per una conferenza di pace internazionale.
E’ necessario ridurre le spese e le servitù militari del nostro Paese e spostare le risorse dalla guerra ai bisogni sociali dei lavoratori, degli studenti, dei ceti deboli, di coloro che oggi pagano il prezzo della crisi economica, una crisi che anche nella nostra provincia ha già provocato la perdita di 30.000 posti di lavoro.
Le lotte per la difesa dell’occupazione e la lotta contro la militarizzazione del territorio vanno unificate per rilanciare dal basso l’alternativa di società.



Circolo “Gramsci”
Partito della Rifondazione Comunista
Vicenza

Manifesto del Partito Comunista

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