Volantino distribuito alla fiaccolata no dal Molin del 1° febbraio

Il ritrovamento dei reperti archeologici nell’area del cantiere, i rischi del danneggiamento della falda acquifera già denunciati, le notizie che arrivano dai fronti di guerra dove combattono i militari statunitensi di stanza a Vicenza, sono tutti elementi che portano ad una unica considerazione:
Fermare i lavori al Dal Molin è doveroso per la democrazia, per la tutela dell’ambiente, perché l’Italia ripudia la guerra.
Questi principi sono sanciti dalla Costituzione nata dalla Resistenza e spetta a noi difenderli anche oggi di fronte all’involuzione autoritaria della nostra società.
Non è possibile accettare la logica delle compensazioni in cambio di questi principi.
Sappiamo che la militarizzazione del territorio non è un problema solo di Vicenza, è un prodotto di questo modello di sviluppo basato sullo sfruttamento e la devastazione ambientale, sulla guerra e sulla precarietà del lavoro e della vita.
Perciò è importante che il movimento vicentino in tutte le sue forme ed articolazioni trovi l’unità necessaria a dare voce al no alla nuova base USA.
Esprimiamo solidarietà ai manifestanti che ieri sono entrati pacificamente nella zona del cantiere ed appoggiamo tutte le iniziative promosse dalle diverse sensibilità del movimento che servono alla lotta popolare e democratica contro l’ utilizzo militare dell’area del Dal Molin, rifiutato nella consultazione autogestita del 5 ottobre 2008 dalla maggioranza dei vicentini.




Circolo “Gramsci”
Partito della Rifondazione Comunista
Vicenza

Manifesto del Partito Comunista

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