Giù le mani dall’acqua !


da Liberazione del 21/03/2009

«L’acqua è un bene comune. Fuori l’acqua dal mercato! Fuori i profitti dall’acqua!». E’ sceso di nuovo in strada il forum dei movimenti per l’acqua e in centinaia di migliaia, duecentomila per gli organizzatori, tra associazioni, cittadini, reti, sindaci, appartenenti ad enti locali, esponenti di partiti hanno sfilato per le strade delle capitale per tornare a dire con chiarezza ”No alla privatizzazione” e soprattutto ”Sì alla difesa di un bene comune ed universale”. Lo hanno fatto i tanti, tantissimi che hanno partecipato ad un corteo festoso e composto da comitati civici, come i ”No dal Molin”, quello di Sarno fino alla Rete abruzzese per dire al Governo che è dalla difesa di questo bene primario ed inalienabile che passa quella di un altro diritto fondamentale oggi più che mai compromesso: la democrazia.

«La sua difesa – dirà dal palco di piazza Navona Rosalina Tuyul della comunità indigena del Guatemala – è un bene universale», per queste proprio le comunità guatalmeche dove il governo ha deciso la privatizzazione sono giunte a Roma per «stringere la mano, portare la solidarietà di una lotta che non può che essere comune». E, spiega ancora Hail Morel, dell’associazione delle imprese pubbliche spagnole «non ci si deve lasciare ingannare: nessuna direttiva europea impone la privatizzazione. Questa è solo l’ennesima truffa mediatica che i governi voglio lasciar passare. La circolare europea dice invece esattamente il contrario: chiede trasparenza nella gestione delle reti idriche». In Spagna si è cercato per esempio di fare proprio questo, creando un consorzio di imprese pubbliche che gestisce l’approviggionamento dell’acqua per oltre 12 milioni di utenti e – conferma il rappresentante di questo consorzio, Morel – «ha dato frutti sorprendenti». Le reti funzionano e funziona anche il rapporto ”qualità-prezzo” delle bollette. Già, perché, come ricorda anche il sindaco di Aghiari, Danilo Bianchi, in città come Arezzo dove si è voluta a tutti i costi la privatizzazione proprio il costo dell’acqua è schizzato in alto con utenze carissime per i cittadini. Da qui l’appello lanciato proprio ai tanti sindaci ed esponenti di enti locali di far valere le proprie ragioni «con determinazione». Le tante lotte in molti territori sono tutte espressione di quella voglia di democrazia partecipata che ha già portato ad ottimi risultati. A Vicenza, per esempio, continua la battaglia dei ”No Dal Molin”, strettamente legata a quella dell’acqua, come ricorda anche una giovanissima Marta, perché proprio sotto la base sorge una falda acquifera «fondamentale risorsa del territorio». Padre Alex Zanotelli, insieme a Paolo Carsetti, segretario del forum, sfilano dietro lo striscione che apre il corteo. «Gli enti locali – spiega Carsetti – sia amministrati dal centrodestra sia dal centrosinistra sono al nostro fianco perché hanno capito che vengono espropriati anche loro di una importante competenza sancita dalla Costituzione». E si rilancia la necessità di raccogliere le firme per indìre tre importanti referendum a partire da quello contro il decreto Ronchi e contro tutte le leggi che, ad oggi, vanno nella direzione della privatizzazione. Accanto ai sostenitori dei comitati per l’acqua ci sono anche i lavoratori. Sventolano le bandiere dei Cobas, della RdbCub, infine della Cgil per ricordare, ancora, come questa battaglia non possa che collegarsi alle tante in difesa del lavoro che, nella società civile, determinano precarietà e conflitti. E ci sono, ancora, esponenti di partiti, Rifondazione in prima linea, ma anche Idv, lista Bonino, Pd e Sinistra e libertà, così, ancora, le associazioni ambientaliste ed attori ed esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo. Persino Al Bano interviene: «Se la privatizzazione migliorasse il servizio e le cose cambiassero in meglio sarei favorevole ma chi ce lo garantisce? In questo caso bisognerebbe varare una nuova Costituzione altrimenti si rischia che si passi dall’acqua all’aria» conclude. E non si può che guardare con una certa ironia e sarcasmo a ”quelli” di San Giovanni. C’è chi sfila con in mano un tazebao con su scritto: «Ai Berluscones li pagano, noi siamo qui gratis». E chi, ancora, ricorda: «C’è scritto acqua, si legge democrazia».

Manifesto del Partito Comunista

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