Chi deve pagare i costi della crisi?

La manovra economica da 24 miliardi di euro varata da Berlusconi e Tremonti finge di essere contro la speculazione ma in realtà colpisce soprattutto i ceti sociali più deboli.
Per i lavoratori del settore pubblico è previsto un congelamento per tre anni di ogni incremento automatico e contrattuale. Per quanto riguarda le pensioni future si attiverà una sola finestra in dodici mesi e si accelera l’aumento dell’età pensionabile per le donne (a 65 anni già dal 2016). Slittamento nei pagamenti delle liquidazioni. Blocco del turn-over per ulteriori due anni. L'organico degli insegnanti di sostegno per l'anno 2010-2011 rimane invariato rispetto all'a.s. 2009/2010.
La manovra prevede l’eliminazione e l’accorpamento di molti enti pubblici (anche enti di ricerca oltre a carrozzoni inutili), e un taglio generalizzato del 10% dei finanziamenti. Oltre a ciò, prevede tutta una serie di tagli alle spese per le consulenze, per rappresentanza, per le collaborazioni esterne dei ministeri e degli enti locali. Introduce un nuovo sistema di controlli sui 2,7 milioni di invalidi individuati dalle Regioni e dalla “generosità” delle tabelle. Le Regioni stesse dovranno accollarsi, da ora in poi, una parte di questa spesa. Sulla lotta all’evasione, Tremonti ha confermato i provvedimenti annunciati, con la stretta sulle compensazioni Iva-Irpef-Ire e con l’introduzione della fattura elettronica per i pagamenti sopra i 5000 euro, soglia che non scontenta la vasta platea di partite Iva a cui Berlusconi guarda. L’altro strumento che dovrebbe fornire un accelerazione del gettito è stato individuato in un nuovo redditometro.
La soglia dei 220mila abitanti per l'abolizione delle province comprende
Massa Carrara, Ascoli Piceno, Fermo Rieti, Isernia, Matera e Crotone, Biella
(unica della Lega) e salva Asti per 156 abitanti.
E’ evidente comunque che la manovra impatterà pesantemente sulle Regioni e che colpisce in particolar modo i dipendenti pubblici, additati dal Governo, anche grazie ad una forte campagna mediatica, come i principali responsabili del dissesto finanziario del Paese.
Ci sono state proteste spontanee in alcune città tra i dipendenti dei ministeri.
L’Associazione nazionale magistrati ritiene che il provvedimento contenga «misure inaccettabili per i magistrati e per il funzionamento del sistema giudiziario». Secondo i medici, il Governo «mette le mani nelle tasche dei camici fino a sfondarle».
Il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani proporrà al direttivo della prossima settimana uno sciopero generale contro la manovra economica entro il mese di giugno ed è già indetta una manifestazione nazionale di tutto il mondo del lavoro pubblico per sabato 12 giugno.
Il sindacalismo di base ha proclamato un calendario di mobilitazioni per i lavoratori del pubblico impiego e della scuola, a partire dalla manifestazione nazionale del prossimo 5 giugno.
Bisogna costruire percorsi unitari di opposizione reale a questo governo,superare i settarismi e gli opportunismi,ridare la parola ai lavoratori.
Circolo Gramsci
PRC-Vicenza

Manifesto del Partito Comunista

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