Grande successo della manifestazione del 28 gennaio a Padova.


La manifestazione regionale del 28 gennaio a Padova indetta dalla Fiom e condivisa dai sindacati di base ha visto la partecipazione di circa 30mila lavoratori e studenti provenienti da tutto il Veneto.
Da Vicenza sono partite 20 corriere, ed altri ci hanno raggiunto in auto o treno.La presenza degli studenti è stata organizzata da Cosimo e dai compagni dei giovani comunisti, che hanno ricevuto il ringraziamento della Fiom provinciale.
Anche nel nostro territorio è forte la consapevolezza che quel che sta avvenendo alla Fiat di Mirafiori e Pomigliano rappresenta il nuovo modello che il padronato italiano vuole imporre a tutti i lavoratori, senza diritti e senza limiti allo sfruttamento.
Ci ha spiegato il segretario della Fiom di Vicenza che c’è un termine giapponese che indica una strategia aziendale che sarà applicata alla Fiat, il cui significato è “come far uscire acqua strizzando un panno asciutto”.
E’ forte la consapevolezza della necessità di una forte opposizione a tutto questo, così come forte è stata la richiesta di sciopero generale, urlato a gran voce per tutto il corteo.
C’erano tante bandiere e tanti striscioni sabato a Padova, le nostre erano centinaia dietro lo striscione portato dai nostri compagni, molti giovani, le più numerose erano le bandiere della FIOM, portate con orgoglio a volte anche sulle spalle, molti striscioni delle RSU delle varie aziende, c’erano i sindacati di base, (l’USB, la Cub, lo Slai, i Cobas), qualche bandiera di SeL, (e persino del PD), e poi gli spezzoni del PCL e del PdaC, Sinistra critica, Sinistra popolare, c’era lo striscione di “Uniti contro la crisi”, i centri sociali, oltre a numerosi comitati, collettivi e associazioni, del mondo della scuola, antirazzisti e di ogni tipo.
Una opposizione plurale ed unita di fronte all’aggressività di questo governo e di questo padronato.
Si tratta ora di lavorare affinchè questa unità possa continuare realmente alla base della società, nella mobilitazione nei paesi, nelle città, sui luoghi di lavoro, nelle scuole, su tutto il territorio Veneto, si tratta di costruire una rete del dissenso e delle lotte sociali a partire dalla chiarezza e dalla coerenza dei contenuti e degli obiettivi politici, contrastando il rischio di infiltrazioni opportunistiche o di scadimento elettoralistico.
La vicenda di Mirafiori ha avuto questo merito: di evidenziare con chiarezza da che parte si vuole stare : dalla parte dei lavoratori o dalla parte dei padroni, nel mezzo non si può.
Ripartiamo da qui, verso lo sciopero generale, contro il governo Berlusconi, contro il modello di Marchionne, l’ espressione più brutale di un capitalismo in crisi, contro ogni forma di sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sull’ambiente, verso l’alternativa di società.

Manifesto del Partito Comunista

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