manifestazione del 2 aprile contro la guerra in Libia



La giornata del 2 aprile a Vicenza è iniziata al mattino con presidi davanti alle basi militari ed è continuata al pomeriggio con una presenza davanti alla Gendarmeria europea ed un bel corteo di circa mille persone contro la guerra senza se e senza ma.
Questo il volantino che abbiamo distribuito:

NO ALLA NUOVA GUERRA “UMANITARIA” IN LIBIA
MOBILITIAMOCI PER LA PACE E CONTRO LA PARTECIPAZIONE DELL’ITALIA ALLA GUERRA
La missione “Protezione unificata” sotto la guida della Nato è una guerra a tutti gli effetti, nella quale il nostro Paese è coinvolto, partecipando con uomini, mezzi e basi militari.
La scelta del governo di intervenire in Libia, sostenuta dall’opposizione parlamentare, non è dettata da ragioni umanitarie ma dalla difesa degli interessi di pochi contro quelli dei popoli, esattamente come accadde 100 anni fa, quando il nostro Paese si macchiò di bombardamenti contro i civili nell’allora colonia italiana.
Oggi, nell’epoca della globalizzazione, sono lo sfruttamento delle risorse energetiche ed il controllo della regione per la salvaguardia degli equilibri geopolitici, le vere cause di questa guerra. Equilibri sempre più precari, come dimostra anche la differenza di posizioni anche all’interno dell’Unione Europea, con il protagonismo della Francia e la sua differenziazione rispetto agli Stati Uniti.
L’Africa è oggi centrale ed è terreno di uno scontro in cui rimangono vittime le persone, la natura e le legittime aspirazioni alla giustizia sociale ed all’autodeterminazione dei popoli.
La guerra è contro il popolo libico che subisce i bombardamenti e contro il popolo italiano che ne sopporta i costi sociali, economici e quelli sul piano democratico.
Vicenza in particolare sta già pagando un costo altissimo alle “ragioni” della guerra.
La nostra città è stata destinata ad essere sede dell’Africom, il comando USA dedicato al continente africano, divenuto sempre più importante per gli interessi degli Stati Uniti e dei suoi alleati dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico e di materie prime e sul piano del confronto con l’espansione politico-commerciale della Cina.
Così a Vicenza, già sede della Gendarmeria Europea (che ha compiti di addestramento di forze di polizia internazionale nelle “aree di crisi”) e di altre sei basi militari USA, sorge la nuova base al Dal Molin, per ospitare la 173° brigata aviotrasportata.
Ma Vicenza non si arruola alla guerra ed oggi manifestiamo per chiedere lo stop ai bombardamenti, il cessate il fuoco in Libia e la riconversione a fini civili delle servitù militari presenti nel nostro territorio.
Rifondazione Comunista sostiene la lotta dei popoli per la liberazione dalle dittature (come quella di Gheddafi) e al contempo si oppone con forza all’intervento militare occidentale e all’uso delle basi poste sul nostro territorio. Ogni tentennamento aprirebbe la strada alla definitiva cancellazione dell’art.11 della Costituzione e rappresenterebbe una gravissima regressione culturale in grado di sdoganare la guerra come strumento possibile ed accettabile della politica.
Guerra e umanità sono incompatibili.
Un’altra strada è possibile: la mobilitazione deve continuare e svilupparsi in maniera unitaria e democratica attraversando anche le ragioni dello sciopero generale del 6 maggio, dimostrando coerentemente che un’alternativa alla guerra, allo sfruttamento ed alla militarizzazione del territorio è possibile.


Circolo “Gramsci” - Giovani comuniste/i
Partito della Rifondazione Comunista - Vicenza

Manifesto del Partito Comunista

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