Lo sciopero è riuscito!



da controlacrisi.org
Piazze piene in tutto il Veneto e tante fabbriche vuote per lo sciopero generale indetto dalla Cgil. “Una partecipazione straordinaria all’insegna di una grande consapevolezza e voglia di protagonismo dei lavoratori” l’ha definita il Segretario Generale della Cgil del Veneto, Emilio Viafora. Ed in effetti i risultati sono andati oltre le previsioni, non solo nei grandi stabilimenti metalmeccanici, chimici, tessili, in molti casi chiusi, ma anche nel commercio (a Padova per la prima volta si sono visti scendere in piazza i lavoratori dell’Ikea ed a Venezia quelli della Coin, ma gli “esordi” sono stati tantissimi anche a Vicenza e Verona) e nelle scuole alcune delle quali hanno completamente chiuso i battenti (alto il dato del vicentino e del padovano) mentre insegnanti e studenti affollavano le piazze esibendo cartelli per il diritto allo studio ed una scuola di qualità. “Io non inculco, educo” dicevano professori “sandwich” schierati in fila sotto il palco a Rovigo e Belluno.
Presenti anche molti rappresentanti delle istituzioni, a partire da Sindaci e parlamentari, esponenti delle forze politiche, di associazioni e di comitati referendari. Tra gli altri, alcuni giornalisti precari che hanno preso la parola in rappresentanza di “refusi” che ha aderito allo sciopero a livello regionale.
Non sono mancate musica e colori: 3.000 palloncini lanciati a Verona, esibizioni musicali ovunque, mentre Vicenza ha addirittura lanciato un inedito, “la canzone del laureato” ad opera di Luca Bassanese, un giovane cantautore che ora la inserirà in un CD assieme a canti della tradizione popolare eseguiti da Bentivoglio.
Applauditissimo un gruppo di trampolieri apparsi in piazza Castello a Vicenza, sottole finestre della Confindustria, che hanno dato vita ad un vivacissimo spettacolo mentre entravano i due cortei che hanno invaso la città.
Perfino le forze dell’ordine si sono sentite coinvolte quando a Treviso la rappresentante del SILP ha parlato in piazza dei problemi della sicurezza e della condizione dei lavoratori della polizia e più di qualcuno è andato a congratularsi. .
E ancora vanno sottolineati gli interventi di cassintegrati e dipendenti di aziende in crisi, migranti, precari, pensionati, lavoratori del commercio che hanno rivendicato il diritto ai riposi e ad un contratto diverso da quello che la Cgil non ha siglato, addetti alle pulizie nelle scuole che a giugno rischiano il posto, dipendenti pubblici che vedono mortificato il proprio lavoro dai decreti Brunetta e non accettano accordi separati penalizzanti.
Tanti gli striscioni di strutture pubbliche e di fabbriche, a partire dalla Mondadori di Verona dove non si sciopera mai e questa volta il primo turno si è fermato. Accanto a loro i grandi gruppi come Aermec e Fiam, ma anche Over, una delle ultime fabbriche “storiche” veronesi i cui dipendenti sono ora in cassa integrazione.
A Vicenza nel corteo campeggiavano gli striscioni delle grandi acciaierie, Valbruna e Beltrame, della Baxi, ma anche di tante piccole unità minori del tessile, della concia e della ceramica.
A Treviso Zoppas, De Longhi, Berco, Zorzi, Pemasteelisa, ma anche l’ULSS 7 dove fino ad oggi l’adesione agli scioperi non superava le poche unità..
A Venezia, oltre ai giganti della navalmeccanica (Fincantieri) ed aeronautica (Aeronavali), hanno sfilato con uno striscione lunghissimo i “gondolieri precari” e, accanto a loro, gli edili, gli esperti del restauro, i lavoratori del vetro artistico muranese – oggi in crisi – giunti in massa nel corteo. Chiusi cinema, musei e teatri per il “pieno” di sciopero dei lavoratori della cultura.
A Padova la Carraro, a Venezia la Vinyls, a Rovigo la Bassano riassumono il ventaglio di una situazione che vede, da un lato, aziende che sono state capaci di innovare ed uscire dalla crisi, dall’altro unità in grave difficoltà che però possono ricominciare l’attività con altri proprietari, se pur a ranghi ridotti, e dall’altro ancora fabbriche dove i lavoratori sono ancora in attesa di soluzione e stanno pagando la mancanza di politiche industriali.
Sarebbe lunghissimo raccontare i tanti aspetti di questa giornata che ha visto nelle 12 piazze venete palesarsi il paese reale, quello del lavoro e dei giovani con le loro aspettative e speranze cui la Cgil ha dato voce. “Governo e Confindustria guardino a queste piazze”, dice Viafora che esorta al ripensamento di una linea “che porta alla precarizzazione e agli accordi separati”. Questa, aggiunge, è una “riflessione che si impone all’insieme del movimento sindacale, chiamato a fare i conti con le richieste di un mondo del lavoro fatto di tante soggettività e che chiede voce, unità d’ azione e rappresentanza, tanto più in questa fase difficile.
Occorre al più presto una legge sulla rappresentanza e democrazia nei luoghi di lavoro, così come occorre superare la stagione degli accordi separati”

Manifesto del Partito Comunista

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