l'assessore all'istruzione invita gli studenti ad andare a lavorare in miniera
La protesta del primo giorno di scuola organizzata a Vicenza dagli studenti della Rete, una protesta legittima, democratica e creativa nelle forme, ha provocato la reazione infastidita dell’Assessore provinciale all’Istruzione Morena Martini, che ha rilasciato dichiarazioni molto pesanti a tv e giornali locali.
Il messaggio è chiarissimo: non è lecito manifestare, non è lecito esprimere un pensiero critico, non è lecito opporsi alla politica dissennata dei tagli all’istruzione pubblica.
Di fronte alla denuncia degli innegabili disagi e disfunzioni che si registrano nella scuola, l’Assessore ha risposto invitando gli studenti ad “andare a lavorare in miniera”, li ha accusati di essere strumentalizzati dalla sinistra, ha usato toni che non si addicono al suo ruolo.
Non è la prima volta che assistiamo a reazioni scomposte di questo genere da parte dei nostri governanti.
Vi è evidentemente molto timore che la mobilitazioni aumenti, si diffonda fino a mettere in discussione gli attuali assetti di potere, che tanto danno hanno provocato al Paese ed al nostro territorio. Perciò si sceglie di delegittimare chi protesta, anche e soprattutto per scongiurare la saldatura tra i soggetti che di questa politica sono le vittime: gli studenti, i genitori, i lavoratori della scuola pubblica.
Ma i problemi esistono e non si possono nascondere sotto il tappeto; denunciarli è un dovere.
Noi esprimiamo tutto la nostra solidarietà agli studenti aggrediti dalle parole dell’Assessore, alle loro persone ed alla loro mobilitazione.
Gli studenti hanno un difetto: sanno pensare (così era scritto su un loro striscione), il pensiero non si può fermare ed infatti, la mobilitazione non si fermerà.
Claudia Rancati
Dipartimento scuola Partito della Rifondazione Comunista
Vicenza