L'uomo del Monti.


L’amministratore delegato Marchionne cancella tutti gli accordi collettivi nel gruppo Fiat:

dal 1° gennaio 2012 tutta la Fiat diventerà come Pomigliano.

Una mossa grave sia per gli effetti negativi che produrrà sulla vita concreta dei 70mila operai dell’azienda e sia perché crea un pericoloso precedente che può allargarsi a macchia d’olio.

L’obiettivo dell’azienda torinese, infatti, era chiaro fin dall’inizio: sostituire il vecchio contratto nazionale dei metalmeccanici con l’accordo separato raggiunto per Pomigliano d’Arco. Un accordo che la Fiom non ha firmato, a differenza di Cisl e Uil, che lo presentavano come un’eccezione, un sacrificio da fare in cambio di un rilancio della produzione che sarebbe arrivato con il nuovo piano Fabbrica Italia (di cui non si hanno ancora notizie).

La realtà è che la Fiat sta chiudendo le fabbriche e gettando sul lastrico migliaia di operai, a partire dai lavoratori dello stabilimento di Termini Imerese.

L’accordo di Pomigliano è stato il varco attraverso il quale colpire i diritti dei lavoratori, aumentare i ritmi, ridurre le pause, limitare il diritto di sciopero, una breccia nelle relazioni sindacali che rischia ora di diventare una voragine, con migliaia di altre imprese operanti in Italia che potrebbero facilmente seguire la strada indicata dal numero uno di Fiat-Chrysler.
Questo modello di relazioni sindacali ha la benedizione del nuovo governo "tecnico" guidato da Mario Monti.
Pietro Ichino, giuslavorista e senatore Pd, dichiara che non vede come una «catastrofe» la mossa del Lingotto ed afferma, in un'intervista al Mattino :«la disdetta contrattuale era annunciata. Altrimenti, l'annuncio di un mese fa di Fiat dell'uscita da Confindustria non avrebbe avuto alcun senso». «Il fatto che un grande gruppo imprenditoriale intenda sperimentare un proprio sistema di relazioni industriali - aggiunge - diverso da quello di Confindustria dovrebbe essere considerato fisiologico, non patologico».

Per noi, invece la situazione rischia di diventare davvero grave e non possiamo permettere che i lavoratori metalmeccanici restino da soli in questa lotta per la democrazia e la dignità del lavoro.

La Fiom ha deciso subito di attuare due ore di sciopero, da utilizzare nei prossimi giorni per tenere assemblee informative in tutti gli stabilimenti del gruppo Fiat. Dopodichè sarà il comitato centrale della Fiom, già convocato per il 29 novembre, a valutare le azioni più «utili e efficaci» da intraprendere a difesa della «libertà» e dei «diritti dei lavoratori», compresa l’eventuale proclamazione di un nuovo sciopero generale di categoria.

E’ importante da parte nostra esprimere il nostro appoggio concreto alla loro lotta che è la lotta di tutti i lavoratori.


Manifesto del Partito Comunista

Post popolari in questo blog

Congresso del circolo Gramsci

Il congresso del circolo Gramsci.

Karl Marx ci metterebbe la firma

Karl Marx ci metterebbe la firma