martedì 6 dicembre alle 16 presidio davanti alla Prefettura per dire No alla manovra!

No alla Manovra Monti che spreme 34 miliardi dai lavoratori e dai giovani e non tocca i privilegi!

Costruiamo l’opposizione dal basso!

Sciopero generale ad oltranza!

Sacrifici per i più deboli tramite la stretta sulle pensioni, i tagli alla spesa, con 5 mld di sacrifici chiesti agli enti locali, l’Ici sulla prima casa, mentre imprenditori e banchieri sono in festa per il taglio all'Irap sul costo del lavoro per le imprese, il mancato aumento dell’Irpef nella fascia alta, e la garanzia dello Stato per le perdite delle banche. E poi qua e là alcune afflizioni come l’aumento della benzina, per mano delle regioni, che potranno introdurre una accisa (un cent al litro) per finanziare l’agonizzante trasporto pubblico. Insomma, la via verso la Grecia è aperta. L’ ammontare del provvedimento è di 20 miliardi a cui vanno aggiunti i 4 miliardi della delega fiscale e altri dieci miliardi di spesa (comunque recuperati dai tagli) “a favore della crescita”, partendo proprio dalle pensioni.

LA MANNAIA SULLE PENSIONI: c’è l’estensione del metodo contributivo a tutti i lavoratori, poi l’aumento dell'età di vecchiaia per le donne del settore privato, l’abolizione delle finestre mobili (e assorbimento di questi periodi nell'età effettiva di pensionamento), aumento delle aliquote sugli autonomi ma soprattutto una vera e propria stangata sulle pensioni di anzianità. E come tutti i veleni, nella coda c’è il blocco della rivalutazione delle pensioni rispetto all'inflazione per il biennio 2012-2013 con la sola esclusione dei trattamenti fino al doppio del minimo (467 euro al mese nel 2011).

L'AUMENTO DELL'IVA di 2 punti percentuali la reintroduzione dell’ICI anche sulla prima casa.

LE LIBERALIZZAZIONI per la vendita di farmaci, per i trasporti, e per gli orari degli eserciti commerciali;

I TAGLI AGLI ENTI LOCALI di 5 mld alle Regioni e agli enti locali.

E dopo lo stato sociale, Mario Monti è pronto a demolire i diritti dei lavoratori: la prossima sessione di “riforme”, presumibilmente dopo le feste, si occuperà di flessibilità e mercato del lavoro. L’idea è quella di fare una "flex-insecurity" ovvero “licenziamenti facili” con ammortizzatori sociali poveri. Tutto questo non serve per uscire dalla crisi, ma solo ad indebolire i lavoratori, i giovani, i più deboli della società, nei confronti dei quali è stata dichiarata una vera e propria guerra, mentre i grandi patrimoni, le rendite, le speculazioni ed i privilegi non vengono toccati.

E’ necessario rispondere in modo netto e chiaro che noi non ci stiamo, Rifondazione comunista appoggia lo sciopero del 12 dicembre indetto dalla CGIL che deve essere l’inizio di una lotta ad oltranza, contro i padroni ed il governo che li rappresenta.

Circolo“Antonio Gramsci”

Partito della RIFONDAZIONE COMUNISTA - Vicenza


Manifesto del Partito Comunista

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