CONTRO IL GOVERNO MONTI perché …

...la manovra del governo Monti si aggiunge a quelle del governo Berlusconi continuando con la stessa politica: il totale delle tre manovre del 2011 varrà quasi 50 miliardi nel 2012,76 nel 2013,81 nel 2014. Sono cifre enormi !

Si colpiscono le pensioni, si aumentano le tasse (come quella sulla casa), si fanno lievitare i prezzi e così si colpisce di più chi ha di meno (con gli aumenti dell’accisa sui carburanti e dell’IVA), aumenta anche l’addizionale Irpef, tassa piatta e perciò iniqua.
Non si colpiscono realmente i grandi patrimoni.

La manovra, infatti, viene pagata per l’80% da lavoratori e pensionati, per il 15% dai redditi alti e solo per il 5% dai ricchi.
E’ una situazione scandalosamente iniqua: nel nostro paese l’1% della popolazione, i ricchissimi, possiede il 60 % del patrimonio immobiliare e finanziario. Queste manovre non sono solo ingiuste, ma anche recessive, cioè aggravano la crisi. Se si contrae l’economia e diminuiscono il Pil e le entrate fiscali, il debito crescerà. Ciò comporterà nuova disoccupazione, in una situazione già gravissima con quasi un milione di posti di lavoro persi dall’inizio della crisi, la disoccupazione giovanile oltre il 30% e le possibilità di lavoro delle ragazze e dei ragazzi bloccate dall’intervento sulle pensioni.

Le banche lucrano, gli stati si indebitano, i lavoratori pagano.
Il debito è cresciuto in Europa per salvare le grandi finanziarie, a rischio per le operazioni speculative fatte. Monti in Europa si è schierato contro ogni modifica del ruolo della BCE e a favore dell’ Euro Austerity, cioè di quelle politiche secondo cui ogni anno il debito eccedente il 60% del Pil dovrebbe essere ridotto di un ventesimo. Per l’Italia significano avanzi di bilancio di 45 miliardi l’anno, per vent’anni. Sono politiche folli, che precipiterebbero l’Italia e l’Europa in una recessione senza precedenti, e distruggerebbero, con tagli feroci, ogni diritto sociale.
Il secondo tempo di questa politica, che dovrebbe essere dedicato alla “crescita” è iniziato con un nuovo attacco all’articolo 18, quello che protegge i lavoratori dai licenziamenti ingiusti, si modifica il mercato del lavoro, all’insegna della flessibilità (“contratti di inserimento”, meno regole per i datori di lavoro, mano libera ai licenziamenti). Il governo inoltre vara le privatizzazioni (liberalizzazioni) contro i 27 milioni di italiani che con il referendum hanno detto che non solo l’acqua ma anche i servizi locali sono beni comuni.

Noi diciamo che :
l’articolo 18 non va toccato, mentre va abrogato l’articolo 8 con cui il governo Berlusconi ha reso possibile derogare al contratto nazionale e ai diritti del lavoro, aiutando la Fiat ad espellere dalle fabbriche la Fiom. Va abolita la legge 30 (sono 46 oggi le tipologie di rapporti di lavoro, che creano la precarietà). Sono necessarie politiche industriali pubbliche per creare posti di lavoro e riqualificare l’apparato produttivo, è necessaria la riconversione ecologica dell’economia, tagliare le spese militari, bloccare le grandi opere inutili e devastanti come l’alta velocità, combattere davvero la speculazione,

è necessario costruire una alternativa a partire dalle prossime scadenze di lotta:
lo SCIOPERO GENERALE INDETTO DAI SINDACATI DI BASE PER VENERDÌ 27 GENNAIO e la MANIFESTAZIONE NAZIONALE DELLA FIOM DI SABATO 11 FEBBRAIO.
Costruiamo dal basso l’opposizione a queste politiche e l’alternativa a questo sistema!



Circolo“Antonio Gramsci” Partito della RIFONDAZIONE COMUNISTA VICENZA









Manifesto del Partito Comunista

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