La manifestazione della Fiom di venerdì 9 marzo a Roma

Lo sciopero e la manifestazione nazionale organizzati dalla Fiom per venerdì 9 marzo hanno una grande importanza per diversi motivi.
Per la vertenza sul lavoro, contro l’arroganza della Fiat e dei padroni, il loro attacco ai diritti sindacali, l’esclusione della Fiom dalle fabbriche, il tentativo di riscrivere l’art. 18.
Sono questioni che riguardano tutti i lavoratori, perché è evidente che la sottrazione di democrazia in fabbrica significa un pesante arretramento in tutti i luoghi di lavoro, sia nel privato che nel pubblico.
E non è un caso che ciò avvenga oggi in una situazione di crisi pesantissima anche per l’economia del nostro territorio, dove crescono giorno dopo giorno i licenziamenti, le nuove precarietà e le nuove povertà, ed a gestire l’emergenza sono sempre coloro che l’emergenza l’hanno provocata.
Le ricette sono quindi quelle di sempre e per evitare che l’opposizione ai licenziamenti possa crescere, si chiudono gli spazi di democrazia per i lavoratori.
Più in generale, però, la manifestazione del 9 marzo riguarda la questione democratica nel Paese, non solo la democrazia nei luoghi di lavoro, ma la questione che oggi viene fatta emergere anche dalla lotta del movimento popolare della Val Susa.
La vicenda della TAV ha messo davanti agli occhi di tutti una verità che non si può nascondere.
L’opera, infatti, è inutile e devastante, ed ha incontrato il parere contrario non solo della popolazione della Valle che lotta da 23 anni, ma di moltissimi esperti autorevoli, docenti universitari, tecnici e ricercatori del settore, ed in tutto il Paese cresce il numero dei contrari alla realizzazione dell’opera:
Nonostante questo, in base ad interessi superiori, il governo decide di andare avanti e rifiuta qualsiasi dialogo, e lo fa con il consenso di tutte le forze parlamentari. E’ evidente quindi che esiste una contraddizione insanabile tra questo modello di sviluppo basato sulle esigenze del mercato e gli equilibri ambientali ed umani, le aspirazioni delle persone ad una vita normale, ad avere dei diritti, una prospettiva per il futuro.
Ma è evidente anche come stia aumentando la distanza tra governanti e governati, tra politica istituzionale ed aspirazioni popolari.
E’ la stessa contraddizione che ha portato ieri tutte le forze politiche presenti alla Camera dei deputati a votare per inserire l’obbligo del pareggio di bilancio nella Costituzione (solo tre i voti contrari). Un fatto gravissimo sul quale occorre mobilitarsi, perchè devono essere i cittadini a decidere su una materia così delicata come la modifica della Costituzione.
Questo è il contesto preoccupante che tende a far somigliare sempre più il nostro Paese alla Grecia, un Paese a democrazia limitata, dove i fondi per lo stato sociale, scuola, sanità, pensioni si possono tagliare in base a vincoli di compatibilità stabiliti da organismi che non sono mai stati eletti da nessuno, come la BCE o il Fondo monetario internazionale.
Allora in questo contesto, la manifestazione della Fiom che dà voce alla opposizione dei lavoratori ed anche al movimento valsusino (con l’intervento del presidente della Comunità montana dal palco di Piazza San Giovanni),
assume l’importanza di un segnale in controtendenza dal quale può nascere una alternativa, urgente e necessaria.

Manifesto del Partito Comunista

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