Perchè raccogliamo le firme per i referendum ?


Stiamo assistendo alla più grande opera di demolizione dei diritti dei lavoratori dal dopoguerra ad oggi.

Sembra di essere tornati agli anni ’50, quando di fronte al padrone bisognava togliersi il cappello. Ci stanno togliendo diritti e dignità, non solo nelle fabbriche, ma in tutti i luoghi di lavoro e nella società in generale.

I giovani non sanno più cosa vuol dire avere un lavoro (tantomeno un contratto a tempo indeterminato), e chi è meno giovane vede peggiorare, giorno dopo giorno. le proprie condizioni di vita e di lavoro, divenendo sempre più sfruttato e ricattabile.

Il governo Monti, in perfetta continuità con il governo precedente,  ha continuato l’opera nella stessa direzione:

Berlusconi ha introdotto l’art.8, che limita il valore del contratto nazionale e Monti ha introdotto la pesantissima “riforma” delle pensioni e la manomissione dell’art.18.

Questo governo non  combatte contro la speculazione finanziaria e le vere cause della crisi economica mondiale, ma è al servizio dei poteri forti e lavora per demolire i diritti dei lavoratori e dei giovani.

Riscrive la Costituzione inserendo l’obbligo di pareggio di bilancio, reprime gli studenti che manifestano, annulla la democrazia in nome degli interessi delle banche e dei poteri forti, si prepara alla guerra, fedele servitore degli interessi degli Stati Uniti.

Le sue riforme strutturali servono, oltre che a “spremere” i lavoratori con i tagli al salario ed ai servizi pubblici, anche a metterci gli uni contro gli altri nelle fabbriche e nella società, con la stessa ricetta di sempre. Facendoci credere che il nemico sia “lo straniero”, l’immigrato che lavora con noi, ma anche i governi dei cosiddetti “Paesi canaglia”, ieri Saddam Hussein oggi il governo della Siria.

A pagare in maniera pesantissima sono sempre di più i lavoratori ed i popoli oppressi.

Oggi il potere d’acquisto dei lavoratori nel nostro Paese si è abbassato a tal punto che ben sei italiani su dieci (il 61% per la precisione) non hanno  un reddito adeguato o, addirittura non riescono ad arrivare a fine mese.

La gravità della crisi è sotto gli occhi di tutti: lo mostrano i dati sul crollo dei consumi, compresi quelli alimentari, i dati  sul crollo degli acquisti delle automobili superati da quelli delle biciclette (come accadeva appunto negli anni ’50).

Queste politiche ci portano indietro perché sono politiche recessive.

Eppure, nonostante la gravità della situazione, contro questo governo non c’è stata nemmeno una giornata di sciopero generale, a differenza di quanto è accaduto ed accade negli altri Paesi europei, come in Grecia, Spagna ed in Francia. I vertici del sindacato da noi l’hanno solo annunciato lo sciopero generale, ma mai organizzato veramente, sottovalutando la gravità di quel che stava accadendo.

Noi pensiamo, invece, che per cambiare davvero le cose, sia necessario che l’opposizione nel Paese cresca e si rafforzi a partire dalle lotte unitarie dei lavoratori e dei giovani.

Dobbiamo fermare l’arroganza padronale, opporci alla manomissione dell’art.18 che permette i licenziamenti illegittimi e difendere il valore del CONTRATTO NAZIONALE DI LAVORO che obbliga i datori di lavoro a pagare lo stesso salario e a garantire le stesse condizioni a tutti i lavoratori che fanno lo stesso lavoro.

Perciò vi chiediamo di firmare i referendum su art.18 e art.8, per abolire la controriforma delle pensioni e anche il referendum per la abolizione della diaria dei parlamentari, un assurdo privilegio della casta.

Passate parola, dateci una mano a portare avanti questa campagna referendaria che partirà sabato 13 ottobre (primo gazebo sabato pomeriggio in piazzetta poste), durerà tre mesi e rappresenta uno strumento ed uno spazio per cambiare le cose.

Firmiamo e riprendiamoci la parola, organizziamoci a partire dai luoghi di lavoro e nelle scuole per costruire una alternativa di sistema!

 

Circolo Gramsci PRC Vicenza

Manifesto del Partito Comunista

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