Ringraziamenti e riflessioni dopo il voto del 26 e 27 maggio

Il risultato delle elezioni amministrative del 26 e 27 maggio, nella città di Vicenza, conferma alcuni elementi di analisi che avevamo individuato quando abbiamo iniziato il nostro percorso di partecipazione alla competizione elettorale.

Sapevamo, infatti, di agire in una situazione difficile e che non avremmo ottenuto molti consensi, ma avevamo un obiettivo ben preciso: mantenere aperta con la nostra proposta, una prospettiva di alternativa, muovendoci sul terreno della ricerca di risposte a domande che non possono rimanere ancora a lungo aperte: bisogni sociali ed emergenze ambientali che si fanno sempre più pressanti anche nella nostra città, come nel resto del Paese e del mondo, realtà sempre più globalizzate.

Abbiamo utilizzato la campagna elettorale nel tentativo di porre all’attenzione dell’opinione pubblica quelli che consideriamo i veri nodi cruciali della attuale fase politica, e cioè gli effetti della grave crisi economico-sociale ed ambientale che ricadono sui ceti sociali più svantaggiati, e che colpiscono principalmente i lavoratori ed i giovani.

Sapevamo, infatti, che sulle condizioni di chi lavora, sulle vere cause dell’emergenza casa e dei tagli al servizi sociali, sulla progressiva cementificazione e sulla militarizzazione del territorio,  la politica istituzionale sarebbe stata per lo più muta.

La politica dell’epoca del maggioritario e del bipolarismo, dimostra sempre di più la propria separatezza dalla vera realtà, ed anche questa campagna elettorale è stata tutta basata sul personalismo e sproporzionata nei mezzi fino all’indecenza. Basti pensare alle vetrine in centro affittate dai principali contendenti, ai teatri, alle piazze, ed a diversi momenti di confronto pubblico, dai quali siamo stati tagliati fuori.

Collocati su di un altro piano, agendo su un terreno che non era il nostro, abbiamo incontrato ovviamente difficoltà, compresi ritardi ed ambiguità della linea politica seguita dal precedente segretario, che si è dimesso subito dopo le elezioni politiche e che non ha creduto nella nostra partecipazione al voto, creando anche divisioni e problemi.

La maggioranza del Partito ha ritenuto opportuno non abbandonare il patrimonio dell’esperienza di Rifondazione Comunista, per rilanciarlo su nuove basi più democratiche e condivise. Così, il coordinamento dei circoli del Partito ha preso in mano la sfida della competizione elettorale a Vicenza in condizioni difficili, ma su quell’unico piano sul quale era doveroso continuare un discorso:  il piano della coerenza.

In questo senso, riteniamo di aver  raggiunto l’obiettivo che ci eravamo posti, e ringraziamo coloro che l’hanno condiviso con noi, e con i quali vogliamo continuare ad interloquire, ragionando insieme sulla fase politica ed individuando proposte e progetti.

Per condividere, quindi, anche un’ analisi sull’esito del voto, inviamo alcune semplici note di riflessione.

Il voto a nostro avviso ha evidenziato principalmente due comportamenti dell’elettorato vicentino :


- da un lato, l’alto numero di astenuti (il 37% degli aventi diritto non si è recato a votare, tra i quali molti giovani) è un dato che segnala come sia in crescita il numero di coloro che non individuano più alcun riferimento politico nel panorama politico vicentino, né una vera utilità del piano istituzionale;

- dall’altro, vi è stato un consistente numero di elettori che ha identificato nell’ambito del centrosinistra, un riferimento utile per rispondere a problematiche specifiche, su di un piano, però, slegato da una visione politica più generale ed avulso dal terreno del conflitto sociale (è il caso di molte esperienze di gruppo, che si muovono ne mondo dell’associazionismo, molto attivo nel nostro territorio, sia a carattere ambientalista, sia sociale o culturale-ricreativo).

E’ questo il contesto che ha fatto vincere al primo turno Variati, e che, unito a logiche di “voto utile” contro la destra, (che, peraltro, si presentava divisa ed indebolita), ha permesso il rafforzamento sia della lista civica del Sindaco che del PD vicentino.

Non possiamo che essere  soddisfatti dal tracollo delle destre (PDL e Lega), che conferma la tradizione antifascista della città, ma restano oggi tutti i dubbi, le incognite e le domande che la crisi pone in maniera sempre più pressante, e che non potranno a lungo essere risolte con semplici paliativi tipici della politica variatiana, pena il crescere di fenomeni populistici e della destra più reazionaria.

Le incognite che dovremo affrontare riguardano principalmente i prossimi orientamenti, sul piano sociale di tutti coloro che non sono andati a votare, ma anche il tracollo del Movimento 5 Stelle che evidenzia  confusione ed instabilità.

Va inoltre segnalato, come punto di debolezza, l’atteggiamento complessivo della sinistra vicentina con, da un lato, la forte pregiudiziale anticomunista della sinistra ecologista e liberista, e, dall’altro, l’atteggiamento di chiusura da parte del PdAC, tutti fattori che hanno determinato la presentazione di tre liste separate, e che non fanno ben sperare per il prossimo futuro, nonostante tutto spinga per la necessità di un dialogo.

Noi dal canto nostro, come già detto, paghiamo ritardi ed errori soggettivi rispetto ai quali siamo aperti al confronto.

Oggi la priorità è lavorare per rafforzare la nostra esperienza, e ciò significa anche confrontarci con l’esterno, a partire proprio da coloro che abbiamo incontrato per la strada anche in questo ultimo periodo di azione politica.

Il nostro obiettivo è contribuire a costruire un riferimento valido per tutte quelle persone, e quei settori sociali che più di tutti pagano i costi della crisi, e che in larga misura non sono andati a votare. Intendiamo lavorare per coniugare i problemi reali e concreti delle persone con un progetto generale di società alternativa, un progetto che non può essere costruito a tavolino, ma nel vivo delle contraddizioni e delle lotte che si sviluppano nel territorio.

In questo senso, la questione urbanistica (con le nuove cementificazioni), la difesa dei beni comuni (a partire dall’AIM), l’emergenza occupazionale e abitativa, e la militarizzazione del territorio, rappresentano per noi il vero banco di prova dell’azione dell’Amministrazione Comunale, rispetto alla quale è necessario agire, fuori da ogni logica consociativa, ma con una azione dal basso, che permetta la crescita della partecipazione e dell’opposizione a Vicenza.

Invitiamo tutti coloro che ricevono queste note ad intervenire con contributi e proposte alla nostra discussione.

Claudia Rancati (segretaria Circolo “Gramsci” Vicenza - PRC

Guido Zentile (segretario Circolo “Carlo Giuliani” Vicenza Nord Est- PRC.

Manifesto del Partito Comunista

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