Le basi militari sono un crimine contro l'umanità

  Sono tante le ragioni per le quali siamo contrari alla presenza della base militare Usa al Dal Molin che oggi viene ufficialmente inaugurata dalle autorità.
Sicuramente lo siamo per le modalità con le quali è stata costruita: perché è una cementificazione selvaggia su uno dei pochissimi “polmoni verdi” della città, per la strettissima vicinanza alle opere palladiane, per i danni irreparabili provocati alla falda acquifera, per le bugie e le falsità che sono state raccontate alla popolazione, per la mancanza di democrazia che ha contraddistinto tutta la vicenda iniziata nel 2006.
Ma più di ogni altro motivo siamo contrari alla presenza della base per la sua stessa ragion d’essere.
A cosa serve la base? Questa è la domanda che dobbiamo continuare a fare, perchè la sua presenza non era e non è inevitabile.
La base è stata costruita per ospitare i militari americani della 173° brigata aviotrasportata, di ritorno o in attesa di partire per missioni all’estero, in Paesi, come l’Irak e l’Afghanistan, dove non vi è soluzione al conflitto perché ... il conflitto permanente “è” la soluzione.

Le operazioni di guerra nelle cosiddette “zone di crisi” servono in realtà alla difesa di un equilibrio sempre più precario, a mantenere la stabilità di un sistema capitalistico che è in profonda crisi, e che per sopravvivere si alimenta di guerre e devastazioni. Come è accaduto di recente alla Libia, oggi tocca alla Siria essere nel mirino dei governi occidentali, quegli stessi “paladini della libertà e della democrazia” che si agitano sempre contro il tiranno di turno, ma che non muovono un dito contro il premier turco Erdogan, nonostante egli reprima nel sangue la protesta del suo popolo, o contro il governo di Israele che continua a compiere un genocidio sistematico contro il popolo Palestinese. Tiranni sì, che però non mettono in discussione il modello liberista, nè gli equilibri attuali che si fondano sulla leadership USA nel mondo.
La grande speculazione finanziaria, causa e prodotto di questa crisi sistemica del capitalismo, continua a ricavare profitti dalla vendita delle armi e degli F35, dal business della ricostruzione, dallo sfruttamento e dal controllo delle fonti energetiche e dell’acqua, ma fino a quando tutto ciò potrà continuare?

In quei Paesi dove intervengono i militari che partono da Vicenza, la maggioranza della popolazione è sempre più povera, sempre più devastato è l’equilibrio ambientale, e nessuna stabilità politica o nuova forma di democrazia è stata instaurata. La verità viene a galla e non può a lungo essere taciuta: questa Base non serve a quei popoli, non serve a noi, non serve per il futuro di Vicenza come del mondo.

E’ molto grave che Variati faccia partecipare il vicesindaco e gli assessori alla cerimonia di inaugurazione della nuova base militare, perché offende pesantemente la volontà popolare dei cittadini di Vicenza che si sono chiaramente detti contrari alla base nel referendum del 5 ottobre 2008.

E’ necessario che Vicenza venga smilitarizzata, così come il resto del nostro Paese occupato da 107 basi militari statunitensi e NATO (fonte www.disarmiamoli.org). Estendiamo, allora la mobilitazione contro la guerra così come la più generale mobilitazione dei lavoratori e dei giovani contro la crisi per una società completamente alternativa.
Esprimiamo solidarietà a tutti quei movimenti e comitati locali che, come a Vicenza, in questi anni si sono mobilitati contro la militarizzazione del loro territorio: dal Muos di Niscemi (Sicilia), alla base Usa di Camp Derby (Toscana), dalla base aerea di Aviano (Friuli), alla base aerea di Cameri (Novara), al poligono militare di Quirra (Sardegna),...

VICENZA NON VUOLE LA GUERRA
Partecipiamo oggi 2 luglio alla fiaccolata
Vicenza, Piazza Castello ore 20.30

Circolo "Gramsci" PRC  Vicenza

Manifesto del Partito Comunista

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