San Pio X multietnico e la mancanza di coesione sociale

San Pio X, un quartiere operaio e di periferia che convive con la caserma americana Ederle è oggi anche un'area multietnica e risente di numerosi problemi sociali dovuti a vari fattori, compresa la mancanza di una vera interazione tra le multietnicità, e soprattutto di una programmazione efficace contro i fenomeni di degrado sociale. Le questioni che oggi sembrano in via di soluzione nella spina ovest della città, ora appaiono spostarsi ad est, nel quartiere San Pio X; sia per il degrado di Viale della Pace, con una strutturazione urbanistica e commerciale in cui vi è una crescente presenza di sale da gioco e scommesse, frequentate, soprattutto alla sera, da una clientela chiassosa e dedita all'uso di alcool, droghe e prostituzione; sia per la presenza di residenze disabitate, in zona Megiaro e Pizzolati, e aree dismesse come l'ex Enel. Proprio in questo luogo - si è visto dalle cronache - hanno trovato ospitalità sbandati, e persone reclutate e ridotte in schiavitù, da organizzazione malavitose nel loro Paese, forse dalla mafia rumena, gruppi organizzati che li scaricano in varie realtà europee, tra cui quelle venete, per affari illeciti o al limite della legalità; lasciati allo sbando abitativo e di sopravvivenza. Le diverse problematiche, più volte denunciate dai cittadini, creano insicurezza e se non si interviene con politiche lungimiranti, al di fuori di logiche emergenziali che non servono a risolvere i problemi, il tessuto democratico delle periferie e della città rischia di degradarsi ed imbarbarirsi sempre più nell’individualismo e nell’egoismo sociale.




Ci si chiede, allora, quali risposte questa Amministrazione intenda attivare e se intenda coinvolgere anche i cittadini del quartiere nella ricerca di soluzioni ai problemi che stanno aumentando nella zona. Tutto questo, al fine di addivenire ad una pacifica e partecipata soluzione di convivenza, di lotta alla microcriminalità, e per far rivivere il quartiere dai suoi abitanti che non devono vivere con la paura di uscire e di frequentare vie, giardini e locali, paure a volte anche ingigantite, ma che nascono da problemi reali e da un malessere profondo.
Per quanto riguarda, inoltre, la presenza americana, che data da molti anni, subita passivamente ma mai realmente accettata dal quartiere, come pensa l'Amministrazione di togliere gli elementi di disturbo quali schiamazzi, alzate di gomito e risse tra gli stessi, visto oltretutto il previsto aumento dei militari di stanza a Vicenza?
Riteniamo sia necessario un piano globale su queste problematiche, un piano discusso con i cittadini, per tutta la città, centro, periferia e frazioni, al fine di non spostare i problemi da una zona all'altra, al fine di non creare situazioni di disagio tra i residenti, poiché vietare l'uso di un'area, pur con tutte le ragioni del caso, non risolve il problema. È necessario dare una soluzione abitative alternativa che permetta di aiutare queste persone ad uscire dal racket e dal circuito illegale in cui sono cadute. E che il divieto non abbia funzionato lo si è visto: da dentro all'ex Enel, il problema si è disseminato all'esterno nel quartiere. Occorre, quindi, uscire dalla logica emergenziale, in base alla quale il Sindaco si veste periodicamente, dei panni dello sceriffo stella-di-latta che “spara” qualche colpo in aria per rassicurare i cittadini- elettori, e necessita, invece, intervenire, affinché non si sfilacci quel tessuto democratico e partecipativo che fa del quartiere una vera comunità, e San Pio x, ne ha ancora le caratteristiche per la sua storia e le sue risorse. Dal confronto democratico tra i cittadini che abitano nello stesso quartiere, evitando che ognuno si chiuda nell’individualismo, possono arrivare risposte collettive e proposte che l’Amministrazione potrebbe cogliere e fare proprie ad esempio organizzando un tavolo permanente che affronti con competenza le situazioni di degrado sociale, economico e ambientale disseminate sul territorio comunale che purtroppo si moltiplicheranno con l’intensificarsi della crisi economica globale.
Chiediamo un tavolo della partecipazione affinché i cittadini non si sentano abbandonati dall’amministrazione, ma ascoltati perché l’ascolto e il dialogo sono il primo passo verso la costruzione di una vera comunità. Chiediamo un “tavolo della responsabilità” tra amministrazione, cittadini e associazioni socio-assistenziali vicentine, che da anni cercano di dare risposte concrete al problema casa, immigrazione, convivenza, disagio familiare, prostituzione, abbandono, per fare della solidarietà il principio fondante di questa comunità. Un tavolo, non di consultazione, ma operativo con la presenza di più assessorati (interventi sociali, sicurezza, decentramento) per uscire dalla logica dell’emergenza, dare la parola ai cittadini e difendere il tessuto democratico della città.
Partito della Rifondazione Comunista di Vicenza

Manifesto del Partito Comunista

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