La storia condanna Berlusconi ma il Palazzo lo salva.

La sentenza di condanna definitiva pronunciata dalla corte di Cassazione nei confronti di Berlusconi per evasione fiscale ha provocato diverse reazioni nel mondo politico, dalla indignazione del centrodestra, ai richiami al senso di responsabilità del centrosinistra, mentre non sono mancati momenti di festeggiamento a livello popolare, tra coloro che hanno sperato che questo fatto potesse segnare un inizio di cambiamento nella storia politica del Paese. Speranze purtroppo subito smentite da ciò che è venuto dopo, e che è a dir poco inquietante. 
Al di là di quanto è scritto nella sentenza, ed in attesa che venga definita nel dettaglio la durata dell’interdizione dai pubblici uffici, Berlusconi rimane saldamente alla guida del polo di Centrodestra, un soggetto politico (al governo) da sempre strettamente dipendente dalle sorti e legato alle vicende personali del suo leader. Berlusconi ha lanciato ed ha fatto lanciare dai suoi sgherri, accuse pesantissime contro la Magistratura e soprattutto la parola d’ordine della Riforma della Giustizia. Ma ciò che più appare grave è che il Presidente della Repubblica, Napolitano abbia accettato di mettere questo argomento all’ordine del giorno dell’agenda politica, convocando una commissione apposita formata da esponenti di entrambi i poli (da Violante a Quagliarello). Il fatto è di una gravità inaudita e rappresenta un segnale inequivocabile della direzione nella quale i vertici alla guida del Paese vogliono condurre la Repubblica, dopo il ventennio berlusconiano. 
Non va sottovalutato e troppo poco si parla dell’attuale tentativo di stravolgere la Costituzione in senso presidenzialista attraverso il disegno di legge 813, firmato da Enrico Letta e dai ministri Quagliariello e Franceschini. Se passerà questo disegno di legge, si darà vita ad una mini-Costituente di 40 membri. formata tramite accordi fra i capigruppo parlamentari e i presidenti delle Camere, che esaminerà a tappe forzate le proposte di riforma della Costituzione «afferenti alla forma di Stato, alla forma di Governo e al bicameralismo», le dovrà elaborare in quattro mesi poi trasmettere alle Camere, che ne concluderanno l’esame entro 18 mesi. Tutto ciò, passa attraverso la revisione dell’articolo 138, la “valvola di sicurezza” pensata dai nostri Padri costituenti per impedire stravolgimenti della Costituzione, una valvola che viene a saltare, come scritto nell’appello sottoscritto anche da autorevoli giuristi e pubblicato sul Fatto Quotidiano. Quali siano le vere ragioni di questo sforzo bipartisan, sono mostrate chiaramente nel rapporto sull’area euro della società finanziaria J.P. Morgan del 28 maggio scorso. Secondo tale rapporto «Le Costituzioni e i sistemi politici dei Paesi della periferia meridionale, sorti in seguito alla caduta del fascismo, hanno caratteristiche non adatte al processo di integrazione economica, (…) e sono ancora determinati dalla reazione alla caduta delle dittature. Queste Costituzioni mostrano una forte influenza socialista, riflesso della forza politica che le sinistre conquistarono dopo la sconfitta del fascismo. Perciò questi sistemi politici periferici hanno, tipicamente, caratteristiche come: governi deboli rispetto ai parlamenti, stati centrali deboli rispetto alle regioni, tutela costituzionale del diritto al lavoro, consenso basato sul clientelismo politico, diritto di protestare contro ogni cambiamento. La crisi è la conseguenza di queste caratteristiche. (…) Ma qualcosa sta cambiando: test essenziale sarà l’Italia, dove il nuovo governo può chiaramente impegnarsi in importanti riforme politiche ». 
E’ evidente, quindi, come il governo italiano stia eseguendo fedelmente i dettami della finanza internazionale e mostra anche come le ricette e le cure adottate "contro la crisi", siano dettate da esigenze politiche più che economiche, con buona pace di coloro che difendono la presunta oggettività dei mercati. Di fronte alle esigenze “superiori” dei poteri forti, i governanti del Centrodestra e del Centrosinistra trovano sempre l’unità d’azione e non vi è nessun limite alla decenza che non possa essere superato. Neanche l’indignazione popolare verso le vicende personali di Berlusconi deve in nessun modo scalfire l’azione del governo di larghe intese ed a questo servono i richiami al senso di responsabilità che provengono dai vertici del PD. 
Tutto ciò accade mentre nella società reale cresce la disoccupazione, la povertà, l’imbarbarimento sociale, la devastazione ambientale e culturale e tutte quelle conseguenze, non solo della crisi, ma delle stesse ricette contro la crisi, imposte da coloro che l’hanno provocata, come ad esempio il Fiscal compact. Uscire da questo tunnel è possibile solo con il rilancio del protagonismo dei lavoratori e dei giovani, che nella mobilitazione possono trovare quell’unità necessaria a tenere aperta la strada dell’alternativa di sistema. Perciò sono necessari percorsi unitari di riaggregazione proprio di quella parte della società che oggi viene totalmente ignorata dal Palazzo, sempre più arroccato nella difesa assurda dei propri privilegi. Riteniamo che il ruolo del nostro Partito sia principalmente quello di organizzare tale blocco sociale affinchè acquisti consapevolezza e coscienza di classe, requisiti indispensabili per un cambiamento reale nella società di oggi, sul crinale di una crisi non solo economica. Tutto quel che accade, anche le piccole miserie del Palazzo, mostra come oggi, più che mai, l’alternativa sia tra socialismo o barbarie. 

Circolo "Gramsci" PRC Vicenza

Manifesto del Partito Comunista

Post popolari in questo blog

Congresso del circolo Gramsci

Il congresso del circolo Gramsci.

Karl Marx ci metterebbe la firma

Karl Marx ci metterebbe la firma