Alla "riforma" della Pubblica Amministrazione l'unica risposta è la mobilitazione: 19 giugno sciopero del pubblico impiego.
La riforma della Pubblica
amministrazione che il governo Renzi sta portando avanti ha il solo obiettivo
di continuare a fare cassa sui lavoratori pubblici, diminuendone il numero
complessivo e continuando a ridurne i diritti ed il potere d’acquisto. Le
conseguenze di queste politiche provocano l’ulteriore indebolimento del sistema
dei servizi pubblici, il cui buon funzionamento è garanzia della stessa tenuta
democratica del Paese.
Il governo continua ed accelera
le politiche dei suoi predecessori, facendo credere all’opinione pubblica di
rappresentare il “nuovo”. Non c’è niente di nuovo nel penalizzare i lavoratori
introducendo la mobilità obbligatoria (anche in comparti diversi e fino a 50 km
di distanza), il part-time obbligatorio con taglio della busta paga, il
demansionamento ed il dimezzamento dei distacchi e permessi sindacali.
Questione, si badi bene, che riguarderà anche le rappresentanze nei luoghi di
lavoro, cioè coloro che vengono eletti direttamente dai lavoratori.
E’ evidente che una visione
aziendalistica e privatistica dello stato sociale comporta l’annullamento di
ogni conflittualità sindacale e di ogni forma di vera partecipazione dei
lavoratori e della utenza alla gestione del servizio pubblico.
Non a caso si vuole legare il
salario dei dipendenti all’andamento economico dell’ente, più risparmia l’ente
più guadagna il lavoratore, ma chi ci perde alla fine sono tutti coloro che non
hanno i soldi per rivolgersi al servizio privato.
Le cosiddette nuove assunzioni poi,
(ne vengono annunciate 15mila), sono solo sulla carta, in quanto l'esigibilità
della norma deve comunque essere sottoposta alla verifica della corte dei
conti. E cosa rappresenta questo numero di fronte alle decine di migliaia di
posti di lavoro persi dal 2008 ad oggi per effetto del blocco del turn over e
dei 300mila precari che in tutto il settore pubblico , scuola compresa,
attendono una regolarizzazione ?
Rifondazione Comunista invita
tutti i cittadini a non credere alle promesse di questo governo e a schierarsi
al fianco dei dipendenti pubblici che vengono colpiti da questa manovra.
Riteniamo che di fronte alla
gravità di quel che sta succedendo sia necessario reagire con fermezza e con chiare
parole d’ordine di lotta. Lo sciopero del 19 giugno indetto dall’Unione
sindacale di Base deve rappresentare l’inizio di un percorso di mobilitazione
unitaria, che puo’e deve realizzarsi al
più presto sulla spinta dei lavoratori.
Nel momento in cui il Paese è al
collasso, devastato dalla disoccupazione e dalla corruzione, solo il
protagonismo dei lavoratori e la ripresa della lotta possono innescare una vera
inversione di tendenza e far entrare finalmente aria nuova che spazzi via il
marcio che ci opprime.
Rifondazione Comunista
Federazione Vicenza