UNA IGNOBILE MESSA IN SCENA
Si conclude oggi (25.giugno) al Senato nel modo peggiore (comunque prevedibile e previsto da chi conosce le logiche del Governo Renzi) l'itinerario parlamentare del Ddl sulla “buona scuola”.
A metà luglio un breve passaggio alla Camera chiuderà l'ignobile messa in scena.
La mascalzonata del voto di fiducia taglia tutti i possibili emendamenti, imbavaglia il parlamento e cerca soprattutto di mettere davanti al fatto compiuto un movimento ampio e composito , quello che possiamo definire “per la difesa della scuola pubblica" che invece è di giorno in giorno cresciuto in modo direttamente proporzionale alla arroganza del Governo, alle pietose argomentazioni di Ministri e Ministre, all'ignobile ricatto cui sono stati sottoposti i precari, vero scudo umano di una contro riforma che porta a compimento le idee di Moratti, Gelmini e Aprea sulla scuola, aziendalizzata, impoverita dei poteri dei suoi protagonisti reali (docenti, studenti e genitori) messa nelle mani di un sol uomo, il preside menager.
La ferita di questo voto di fiducia è percepita in modo chiaro: una violazione della democrazia, della Costituzione, una sfida a un movimento che non considera questo passaggio come l'ultima spiaggia, una sconfitta su cui ripiegare, ma un motivo in più per attrezzarsi, per raccogliere forze e consensi, per prepararsi al dopo, alla lunga battaglia per la cancellazione di questa riforma con tutti gli strumenti che la Costituzione e le leggi ci danno e che il movimento democraticamente sceglierà.
La partecipazione costruttiva dei nostri compagni e delle nostre compagne, in particolare insegnanti e studenti, alle molte reti di movimento, associazioni, sindacati che in questi giorni animano la protesta e le manifestazioni è un fatto assodato e riconosciuto: la parola d'ordine è il ritiro del Ddl e l'assunzione dei precari.
Ma l'obiettivo del Partito della Rifondazione Comunista ora è lanciare una campagna di lungo periodo che segni e caratterizzi la nostra presenza e renda note le nostre posizioni, non solo nella critica al Ddl, ma rispetto alle proposte per qualificare e rilanciare la scuola della Repubblica dopo 20 anni di politiche neoliberiste.